
I tre governatori: da sinistra Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia), Alberto Cirio (Piemonte)
Milano, 11 giugno 2025 – Il conto alla rovescia verso lo stop per motivi ambientali ai veicoli diesel Euro 5 si può arrestare? È la speranza dei proprietari di vetture con questo tipo di alimentazione, ovviamente, ma anche di una serie di soggetti istituzionali, a partire dalla maggior parte dei presidenti delle regioni coinvolte dallo stop.
Il blocco, attualmente, è previsto per mercoledì 1 ottobre. È sul tavolo, però, la possibilità di un suo rinvio, così come ventilato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini in alcuni suoi interventi pubblici e sui giornali. Sulla scorta di questa apertura i governatori di Piemonte, Lombardia e Veneto hanno diffuso una nota congiunta in cui sostengono con chiarezza l’esigenza di procedere in questo senso.
La nota
"Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (Matteo Salvini, ndr) ha ribadito l'intenzione di inserire nella legge di conversione del decreto infrastrutture un emendamento per evitare il blocco dei veicoli diesel euro 5 attualmente previsto il 1 ottobre in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto – ha affermato – aprendo anche alla possibilità di individuare misure alternative che garantiscano analoghi effetti sulla qualità dell'aria senza bloccare le auto, penalizzando famiglie e imprese. È apprezzabile che dal Governo giunga una proposta che, procedendo nella direzione che come presidenti di Regione condividiamo e sosteniamo da tempo, intende farsi carico di una situazione che impatterebbe sulla vita di milioni di cittadini".

Le voci
Così sostengono i presidenti Alberto Cirio (Piemonte), Attilio Fontana (Lombardia) e Luca Zaia (Veneto) nella loro nota in merito alla necessità di prorogare il blocco alla circolazione delle auto che rientrano nelle categorie oggetto del provvedimento restrittivo imposto dalla Commissione europea.
Apprezzamento per la possibilità di un rinvio è stato espresso anche da una serie di esponenti delle forze della maggioranza di centrodestra, così come dai responsabili di Federcarrozzieri, l’associazione che riunisce i titolari delle carrozzerie italiane. In Lombardia i proprietari di auto colpiti dal provvedimento sarebbero più di 480mila.