
Un Emporio Armani Caffè: sotto questo insegna sono radunati i locali con taglio più informale
Milano, 4 settembre 2025 – Non solo moda. Giorgio Armani, scomparso oggi, giovedì 4 settembre 2025, ha saputo imporre la sua visione del mondo – classe, stile e sobrietà – anche in altri campi. Quello della ristorazione, per esempio.
I locali con il marchio della maison simbolo del Made in Italy sono 26, praticamente disseminati per tutto il mondo. Ristoranti e caffè griffati Armani, infatti, sono aperti in quattro continenti. Fra menu ricercati e ambienti improntati a un gusto minimal, portano in ogni loro dettaglio quella che la cifra caratteristica dello stilista più famoso del mondo.
Nel segno del gusto
L’avventura di Armani nell’universo dell’ho-re-ca prende il via alla fine del secolo scorso, nel 1998, quando viene inaugurato il ristorante di Parigi, una delle capitali della moda. È l’inizio di una campagna che ha portato le insegne di Armani fino a Pechino, dove un Armani Caffè ha aperto all’inizio di quest’anno, all’interno del China World Shopping Mall. Il locale è legato a una boutique dove sono in vendita le creazione di moda firmate da Re Giorgio.

Il menù ha un’impronta decisamente italiana, con qualche sfumatura internazionale, anche per venire incontro ai gusti della clientela cinese, oltre che dei turisti che visitano la Cina. Arredi e decorazioni, invece, sono ispirati alla cultura e alle tradizioni del luogo.
Gli investimenti
Sono tre i rami in cui si divide l’attività di Armani nell’universo “food and beverage”. Gli Armani Caffè sono locali che uniscono la ristorazione alla caffetteria, con servizio su tutta la giornata. Gli Armani ristorante, invece, sono templi dell’alta cucina, ai quali fanno da contraltare – in un richiamo alla realtà fashion – gli Emporio Armani Ristorante e Caffè, dall’anima più informale.
I gioielli nella galleria del gusto Armani sono il ristorante aperto a Dubai, guidato dallo chef sardo Giovanni Papi, un bistrot all’interno di un hotel di undici piani, sempre legato alla casa di moda, e quello di Parigi, al cui timone c’è lo chef Massimo Tringali. Entrambi i ritrovi sono stati premiati con una stella Michelin.
Il Giappone a Milano

Fra i locali targati Armani c’è anche Nobu, dal nome dello chef Nobu Matsuhisa, guru della cucina giapponese che con lo stilista appena scomparso ha sviluppato un lungo e fruttuoso rapporto di collaborazione.
Linea guida del locale, aperto a Milano nel 2000, è il connubio fra la tradizione nipponica e quella peruviana. Sfumature sudamericane si innestano su un menu che mixa innovazione e grandissima attenzione alle materie prime. Sushi, quindi, sì, ma anche altri capisaldi della gastronomia giapponese come il king crab – il granchio gigante – e la pregiatissima carne wagyu.