ANNA GIORGI
Cronaca

Antonia Dell’Atte, la prima musa di Armani: il legame nato grazie a un taglio di capelli e l’invenzione del tailleur

Lo stilista fece della modella pugliese il simbolo di una femminilità androgina e piena di personalità. L’ultima icona? Victoria De Angelis, bassista dei Maneskin, immagine di una bellezza sfrontata e ribelle

Antonia Dell’Atte, la prima musa di Armani: il legame nato grazie a un taglio di capelli e l’invenzione del tailleur

Milano, 4 settembre 2025 – “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”. E le sue muse, prima fra tutte Antonia Dell’Atte, hanno scolpito lo stile e la forza del prêt-à-porter milanese, così come lo voleva Re Giorgio, fin dagli anni Ottanta. Uno stile sobrio, immediato e di sostanza, lontano anni luce dall’idea che la moda fosse un delizioso capriccio, un vezzo effimero che esalta e dimentica in fretta.

Giorgio Armani con Antonia Dell'Atte
Giorgio Armani con Antonia Dell'Atte

Antonia Dell’Atte, è stata la prima “passione” di Re Giorgio, la prima vera top. L’ultima prescelta, invece, a rappresentare la sensualità più moderna, femminile e rock è stata Victoria De Angelis, rock star italiana e bassista dei Maneskin. Due mondi, con un filo conduttore, la personalità seducente.

In una intervista al Giorno di qualche anno fa, Dell’Atte raccontava orgogliosa del suo primo incontro con lo stilista che era già una star, l’incontro che la trasformò in qualcosa di più di una modella, in una icona, con il capello corto dal taglio squadrato in contrasto con il suo collo lunghissimo da cigno.

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"Mi sento milanese d’adozione, perché la mia carriera e la mia cultura della moda le ho costruite qui”. Armani la scoprì. “Mi ha lanciata, scegliendomi per rappresentare la sua donna, un’idea completamente nuova di bellezza e femminilità”. Come lo incontrò? “Sono passati... Quanti? Trent’anni? Fu un incontro fortuito. Io ero ancora quel che si dice un diamante grezzo, e non mi sentivo certo bella. Mi presentai da Giorgio in via Durini - raccontava ancora Dell’Atte nella intervista - e lui neanche mi notò. Allora i casting erano una cosa seria, venivi scrutata, studiata, non come oggi che per lavorare devi dare scandalo”. E come lo convinse? “Tagliai i capelli. Da un parrucchiere in via Manzoni. Un giorno ero al ristorante, dalla mitica Bice, con un gruppo di amici, e dall’altra parte della sala non facevano che guardare verso di me. Chiesi chi fossero. È il tavolo del signor Armani. Il giorno dopo mi chiamarono, senza chiedermi neanche il book: ti vuole”. E tutto iniziò.

Antonia Dell'Atte in uno scatto di qualche anno fa
Antonia Dell'Atte in uno scatto di qualche anno fa

Da un giorno all’altro Antonia Dell’Atte si trasformò nella donna di riferimento di un’epoca. Di una nuova femminilità androgina, mai volgare, soprattutto piena di personalità. Ad Armani piacevano le donne così, quelle che sfidavano l’uomo, senza diventare maschi.

Non più bambole, ma donne che lavoravano, avevano un’opinione e la esprimevano. Da qui nasce l’idea del tailleur che ha segnato un’epoca di stile: giacca androgina con spallone, pantalone corto al ginocchio, comodo.

VICTORIA DE ANGELIS PER EMPORIO ARMANI
Victoria De Angelis in posa per Emporio Armani

“Perché il lusso è comodo, altrimenti non è lusso” diceva Armani, quando “spiegava“ la sua sfilata. Donne rock, come l’ultima prescelta per la linea Emporio, Victoria De Angelis, bassista dei Maneskin irriverente, seduttiva, ipnotica, di una bellezza libera e ribelle.