
C’è l’agricoltura al centro della campagna “MetaNo! - Coltiviamo un altro clima” di Legambiente Lombardia che, in vista del forum...
C’è l’agricoltura al centro della campagna “MetaNo! - Coltiviamo un altro clima” di Legambiente Lombardia che, in vista del forum regionale che prenderà il via stamattina per trattare proprio di Agricoltura e Clima, indica le priorità a livello locale per ristrutturare in meglio le filiere alimentari padane. Premettono si tratti di un "argomento scomodo e difficile da toccare", poiché affronta di fatto il cuore della storia economica (e non solo) della regione e del Lodigiano: l’agricoltura, appunto. Una storia strettamente legata alla coltivazione tanto quanto all’allevamento, alla produzione di latte e alle filiere agroalimentari, che da parecchio tempo sfornano alcuni dei prodotti più importanti dell’export italiano (come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma), simboli di qualità nel mondo, ma che, secondo Legambiente, poggiano su un sistema sempre più dipendente da fertilizzanti chimici e mangimi importati dal Sudamerica e dall’Est Europa. Un paradosso,. Con un surplus di azoto ed emissioni che il territorio non è più in grado di assorbire. La Pianura Padana deve fare i conti infatti con le decine di milioni di tonnellate di reflui distribuiti nei campi, incapaci di assorbire l’intera quantità di azoto somministrata, poiché eccedente rispetto al fabbisogno delle colture. Quando smaltito, l’azoto si trasforma in un vero e proprio inquinante delle acque e dell’atmosfera, sotto forma di nitrato o ammoniaca. Secondo i dati di Arpa, infatti, in Lombardia oltre il 90% delle emissioni di ammoniaca proviene da campi e stalle: 93mila tonnellate l’anno (pari ad un terzo del dato nazionale) che, combinate con gli ossidi d’azoto prodotti dai veicoli diesel, contribuiscono in modo decisivo alla formazione di polveri sottili. Da Legambiente Lodi e Lombardia sorge così la richiesta di limitazione dell’eccessiva produzione di reflui d’allevamento. L.R.C.