Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata morta: indagini in corso. Da eroina alle polemiche per la recensione a difesa di gay e disabili

Il corpo della titolare della pizzeria ‘Le Vignole’ di Sant’Angelo Lodigiano è stato trovato nel fiume Lambro. Sequestrata l’auto, disposti l’esame tossicologico e l’autopsia

Lodi, 15 gennaio 2024 – Si indaga a ritmo serrato sulla morte della titolare della pizzeria ‘Le Vignole’, Giovanna Pedretti: il corpo senza vita della 59enne è stato trovato ieri pomeriggio, nelle acque del Lambro, a due passi dalla sua abitazione a Sant’Angelo Lodigiano.

Giovanna Pedretti e la pizzeria Le Vignole di Sant'Angelo Lodigiano
Giovanna Pedretti e la pizzeria Le Vignole di Sant'Angelo Lodigiano

Negli ultimi giorni, la donna era diventata protagonista di un caso mediatico dopo aver pubblicato la risposta data a una recensione omofoba e contro i disabili apparsa su Google. Una vicenda che aveva inizialmente riempito di elogi la 59enne, ma poco dopo aveva suscitato diverse polemiche sui social dove alcuni utenti avevano sollevato dubbi sull'autenticità della recensione. Sul post in questione, peraltro, la stessa commerciante era stata ascoltata in Questura come persona informata dei fatti, per risalire all’identità del presunto autore del post omofobo, prima che venissero sollevati dubbi sull’autenticità della vicenda.

Secondo gli inquirenti l’ipotesi più attendibile sarebbe quella del gesto estremo, ma si indaga a tutto campo. Il timore è che le accuse ricevute sul web dalla ristoratrice (dopo i primi attestati di stima ndr)  abbiano potuto avere un effetto devastante. E, nel frattempo, Sant’Angelo Lodigiano è sotto choc per ciò che è accaduto. 

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L’ipotesi del gesto volontario

Proseguono anche oggi le indagini per capire le cause della morte di Giovanna Pedretti: l’ipotesi più accreditata resta sempre quella del gesto volontario, anche perché da una prima analisi della scena setacciata dalla sezione Rilievi dell’Arma non sembra emergere il coinvolgimento di altre persone. L'inchiesta, al momento conoscitiva, dovrebbe presto diventare a carico di ignoti. 

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Dalle prime verifiche, sembra che Pedretti e la sua famiglia non avessero problemi economici. La donna e il marito avevano gestito altre attività di ristorazione in passato: in particolare la vendita di un locale aveva consentito loro di potersi permettere di non lavorare per un breve periodo. 

La tragica coincidenza

Nel quadro generale al vaglio degli inquirenti, si inserisce anche un fatto tragico nel passato di Giovanna Pedretti: il fratello Stefano si tolse la vita il 12 gennaio del 2011, quasi dodici anni fa esatti, all’interno del distributore di carburante con autolavaggio che gestiva a Villanterio. 

L’auto, il telefonino e il computer

Nel frattempo, è stata sequestrata l’auto della 59enne, una Panda, dove sono state trovate alcune tracce di sangue e questo fa supporre che la donna si potrebbe essere tagliata le vene dei polsi prima di raggiungere il fiume. Poi, saranno analizzati il telefonino e il computer. E’ stata inoltre disposta l’autopsia sul cadavere, che si terrà mercoledì terrà mercoledì o giovedì prossimo, all'Istituto di Medicina legale di Pavia, e l'esame tossicologico.

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L’allarme della famiglia

Secondo quanto trapelato, domenica mattina, il marito di Giovanna Pedretti al risveglio non si sarebbe subito insospettito dell’assenza della moglie perché la 59enne era solita incontrare le amiche al mercato la domenica mattina. Poi, non vedendola rincasare e non riuscendo a telefonarle, avrebbe controllato le telecamere interne dell’abitazione, sopra il ristorante di via XX Settembre, scoprendo che la donna era uscita prima dell’alba. A quel punto, allarmato dalla circostanza, ha allertato i carabinieri che hanno avviato le ricerche.

Il corpo senza vita nel Lambro

Il corpo di Pedretti è affiorato nelle acque del Lambro nei pressi del ponte di Sant’Angelo. Qualcuno di passaggio lungo viale dell’Autonomia ha notato un cadavere galleggiare a pelo d’acqua e ha dato l’allarme. Sul posto sono intervenuti subito i vigili del fuoco della cittadina a nord di Lodi, carabinieri con diverse pattuglie. I resti sono stati recuperati e riportati a riva. E insieme a quel corpo è venuta a galla anche la sconcertante verità: quel cadavere era di Giovanna Pedretti. Sul posto è arrivata anche la Scientifica, con il Pm di turno della Procura di Lodi, oltre al medico legale dell’Istituto di medicina di Pavia per cercare di fare piena luce sulle circostanze. L’argine nebbioso lungo il fiume è stato blindato e nessuno si è potuto avvicinare fino al termine delle operazioni.  Vicino al fiume, parcheggiata in una strada sterrata, è poi stata trovata la Fiat Panda della 59enne.  

Il dolore della comunità

Domenica sera, il locale di Giovanna, originaria della Bergamasca, al quale ha dedicato trent’anni di impegno insieme al marito, ha dovuto abbassare le saracinesche. Una piccola folla ha sfidato il freddo e la bruma per raccogliersi davanti alle vetrine chiuse. Oggi, è stato affisso un cartello che invita a “non depositare fiori e oggetti davanti alle vetrine”. Resta il dolore di un’intera comunità. E l’incredulo strazio del consorte e della figlia che oggi ha chiesto una “tregua” dall’assedio mediatico in corso, invitando i giornalisti ad andare via. Una conoscente ha inoltre suggerito agli amici di andare nella zona della pizzeria “a dar man forte alla famiglia”.

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Il cordoglio sui social

Numerosi i messaggi di cordoglio e sconcerto sui social network. Qualcuno sul web ha scritto di aver telefonato alla ristoratrice nei giorni scorsi, dicendo di volere ringraziarla di persona: “Ha tirato un sospiro di sollievo e mi ha ringraziato, dicendomi quanto fosse stata subissata di messaggi di gente che diceva che avesse inventato tutto, per farsi notare e avere clienti”.

Il caso mediatico

Negli ultimi giorni, la donna si era resa protagonista di un caso mediatico nazionale: Pedretti aveva riportato sulla pagina Facebook della pizzeria che gestiva con il marito, ‘Le Vignole’, una recensione omofoba e contro i disabili che – aveva scritto – era stata postata e poi cancellata da un utente su Google. Recensione a cui aveva risposto dicendo che nella sua pizzeria l’inclusione era al primo posto e che avrebbe fatto a meno di clienti come l’utente in questione. La notizia aveva fatto il giro del web scatenando reazioni inorridite contro il commento dei clienti. Erano subito piovuti attestati di solidarietà, tra cui quello della ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli che, sempre sui social, aveva ringraziato la ristoratrice "per non essere rimasta in silenzio davanti a un atteggiamento spregevole e vile".

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Ma poi ecco i primi attacchi, perché più di uno aveva sollevato dubbi su quella recensione, senza risparmiare critiche ai gestori del locale e all’autrice del post in particolare, accusata di essersi fatta pubblicità. Tra i primi, Lorenzo Bigiarelli, cuoco e volto televisivo del programma di Antonella Clerici ‘È sempre mezzogiorno’, noto anche per essere il compagno della giornalista Selvaggia Lucarelli.