Un altro scandalo nato e esploso sui social. Un altro scandalo “smascherato” da Selvaggia Lucarelli. Contrariamente al pandoro gate però, questa volta l’inchiesta è finita in tragedia. Sono infatti questi i connotati che ha assunto la storia di Giovanna Pedretti, la titolare della Pizzeria “La Vignola” di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta nella serata di domenica sulle rive del Lambro, diventata popolare sul web dopo il caso mediatico legato a una presunta recensione omofoba e contro i disabili.
Sì, presunta, perché c’è chi più di altri ha provato a scavare in una storia che, anche fosse stata architettata ad arte per dare visibilità all’attività della 59enne, non faceva altro che lanciare un messaggio di inclusione. I primi a scavare su una vicenda che, lecitamente, poteva far nascere qualche dubbio sono stati proprio Selvaggia Lucarelli e il suo compagno, Lorenzo Biagiarelli. Ma facciamo ordine.
- La recensione becera e la risposta
- Lucarelli: “Operazione di marketing spacciata per eroica difesa di gay e disabili”
- L’indagine del compagno di Lucarelli e tutte le incongruenze del caso
- Il ritrovamento del cadavere e il commento di Lucarelli
La recensione becera e la risposta
La vicenda nasce venerdì mattina, quando diverse testate riprendo la notizia di questa pizzeria nel Lodigiano colpita da una recensione omofoba e contro i disabili: “Pizza eccellente ma non mi sono trovato a mio agio, mi hanno messo vicino a gay e a un ragazzo disabile”, questo il tenore della valutazione da 1 stella riservata alla pizzeria La Vignola. Giudizio al quale Pedretti aveva risposto dando una lezione di stile, invitando il “gentile” avventore a non ripresentarsi più nel suo locale. Un tripudio di consensi e di lodi.
Lucarelli: “Operazione di marketing spacciata per eroica difesa di gay e disabili”
Poi, sabato, entra in scena Selvaggia Lucarelli che inizia a instillare i primi dubbi sulla veridicità di questa terrificante recensione: “A proposito di marketing e buone azioni. L’eroina del giorno (ieri) è stata questa Giovanna Pedretti, titolare di una pizzeria di Sant'Angelo Lodigiano. La signora promuove l’iniziativa “pizza sospesa” a favore di disabili in accordo con una associazione. Bene, diventa un’eroina perché pubblica indignata questa recensione e la sua risposta (non torni più blabla). I giornali e le tv ne fanno un’eroina. Brava, risposta esemplare, andiamo tutti a mangiare da lei”. Poi il dubbio: “Peccato che come fa notare Lorenzo Biagiarelli (il suo compagno, ndr) quella recensione non può essere vera. È un grossolano fotomontaggio (e infatti la titolare dice che è stata cancellata). Dunque, a meno che la signora non ci spieghi come può essere originale quel commento e non ci mostri lo screen originale dalla pagina di Google, siamo di fronte a un’operazione di marketing spacciata per eroica difesa di gay e disabili”.
L’indagine del compagno di Lucarelli e tutte le incongruenze del caso
La persona che la giornalista cita nel suo tweet è il suo compagno, Lorenzo Biagiarelli, che di mestiere farebbe il cuoco in un programma su Rai1. Lo chef aveva voluto scavare nella vicenda, come si può ben vedere dal suo account Instagram: “Ho telefonato alla titolare della pizzeria della recensione omofoba e abilista per chiedere spiegazioni sullo screenshot sospetto”. Poi, dopo che Giovanna Pedretti gli aveva confermato ancora la sua versione, Biagiarelli snocciola tutti i punti che non tornano: “Le ho fatto presente che il font non è lo stesso di Google, da cui dovrebbe provenire la foto”.
Allora la richiesta dell’originale e la risposta evasiva: “Le ho detto che mi bastava mi mandasse lo screenshot originale, ma mi ha detto di averlo cancellato per fare spazio sul telefono”. Oltre alla mancanza della foto originale, Biagiarelli fa notare alcune incongruenze temporali riguardo alla pubblicazione della recensione e quella del post sulla pagina Facebook del locale. La proprietaria allora risponde che la recensione in realtà risalirebbe ad aprile o maggio e che non l’aveva pubblicato prima per non “abbassarsi al livello del cliente omofobo”. Alla domanda del perché eliminare dopo così tanto tempo questa foto dal rullino del cellulare, la 59enne sostiene di averla cancellata mesi prima, facendo sorgere spontanea la domanda di come abbia fatto a pubblicare una foto che non aveva più.
Il ritrovamento del cadavere e il commento di Lucarelli
Un cerchio inquisitorio che, giorno dopo giorno, Giovanna Pedretti ha sentito stringersi intorno a lei, fino a stritolarla e, forse, spingerla a un gesto estremo. Una teoria, questa, che Lucarelli non si sente di condividere. Infatti, dopo la notizia del ritrovamento del cadavere della titolare della pizzeria, la giornalista ha pubblicato un post sul suo account X perché travolta dalle critiche del web per “aver spinto” la signora al gesto estremo: “Trovo interessante che in questa triste vicenda ci siano tre protagonisti: a) una persona che purtroppo ha pensato di inventare una storia sfruttando gay e disabili per finire sui giornali. b) i giornali che non hanno verificato la veridicità di uno screen così falso da essere pure ingenuo e hanno spammato su tutte le home la signora con lodi e interviste, dandole una popolarità enorme e spropositata in poche ore. c) una persona che per amor di verità fa un asciutto debunking e spiega che la storia è falsa. Trovo interessante che purtroppo la persona (di cui non sappiamo nulla) si suicidi e qualcuno ritenga responsabile la c).” Poi la precisazione che sa di autodifesa: “Per la cronaca, la gogna di cui qualcuno sta parlando, è stata: un servizio di un tg, un post sui social, una storia su Instagram. La signora non è stata “sommersa” da insulti, ma non si riesce mai a raccontare la verità”. Poi anche Biagiarelli ha pubblicato una storia sui suoi social dopo la notizia della scomparsa della 59enne: “Mi dispiace moltissimo per la morte della signora Giovanna e il mio pensiero va alla famiglia. Mi dispiace che pensiate che la ricerca della verità possa avere queste conseguenze. Ci tengo a respingere con forza le accuse di odio social e shitstorm”.