Voghera (Pavia), 2 agosto 2025 – Un “viaggio della speranza” è quello che compiono ogni giorno i pendolari che da Voghera raggiungono Milano per lavoro e vi fanno ritorno. Venerdì, primo giorno del mese tradizionalmente dedicato alle ferie, anche Giulia Fossati, 22 anni studentessa di filosofia all’Università di Bologna e da poco eletta portavoce della Conferenza delle donne democratiche della federazione provinciale del Pd di Pavia, ha provato a effettuare il viaggio documentando quando vedeva e i disagi che si vivono a causa dei lavori sul ponte di Bressana.

“Ecco come sono tornata a casa”
“Sono le 17,56 e sono in stazione a Milano – ha raccontato la studentessa –, voglio vedere quanto ci impiego per tornare a casa”. Il treno sul quale la ragazza doveva salire era quello delle 18,25 in arrivo a Pavia alle 19. “Moltissimi i passeggeri che sono saliti con me – ha aggiunto Giulia –, non so come faremo a stare sui pullman”. Il treno è arrivato a Pavia puntuale e da lì i viaggiatori diretti in Oltrepò dovevano scendere e prendere un mezzo sostitutivo. Affollatissimo.

"I politici usino il treno come me”
“Questo viaggio è diventato un’odissea – ha aggiunto la studentessa –. I pendolari sono costretti a raddoppiare il tragitto, fare cambi improbabili, deviare attraverso l’Emilia Romagna, e tutto questo per riuscire a fare quello che dovrebbe essere normale: tornare a casa. Nel frattempo, dalla politica arrivano dichiarazioni come “non ci sono grossi disagi”".
“Invito – conclude Giulia – ufficialmente chiunque abbia pronunciato queste parole a salire su quei treni ogni giorno, avanti e indietro, a orari di pendolarismo reale. Fatelo per una settimana. Io non so esattamente che cosa si intenda con la parola “disagio”, ma obbligare i pendolari a impiegare il doppio del tempo per raggiungere prima il posto di lavoro e poi per tornare a casa sia una forte sintomo di disagio”.