MANUELA MARZIANI
Cronaca

Bressana Bottarone, code e disagi per il ponte chiuso: “Un anno da incubo, cambio lavoro”

Un’infermiera ha deciso di lasciare il San Matteo per essere assunta in una struttura di Asst.Il cantiere ha più che raddoppiato i tempi di percorrenza: si prospettano mesi difficili

Il ponte sul Po bloccato al traffico per lavori, a senso unico alternato

Il ponte sul Po bloccato al traffico per lavori, a senso unico alternato

Bressano Bottarone (Pavia) – Tempi di percorrenza più che raddoppiati, disagi e un occhio sempre fisso sugli orari di chiusura. I lavori sul ponte viario e ferroviario stanno mettendo talmente in crisi quanti devono andare a lavorare, che qualcuno arriva persino a licenziarsi pur di avvicinarsi a casa e non affrontare tutti i problemi. È il caso di un’infermiera che si è da poco laureata e ha deciso di lasciare il San Matteo per essere assunta in una struttura di Asst. “Cambio lavoro perché faccio le notti – ha raccontato la donna, che preferisce rimanere anonima – e per chi abita a Montebello non è facile rientrare a casa. Al mattino si agevola chi deve andare verso Pavia, non chi si reca in Oltrepò. Con i nostri turni di 12 ore, il turno dalle 7 alle 19 va bene, quello dalle 18,50 alle 7,15 no. Anche se mi spiace lasciare il policlinico, andrò a lavorare in una struttura di Asst in modo da avvicinarmi a casa”.

Il San Matteo sul sito istituzionale ha chiesto ai dipendenti di indicare quali persone siano svantaggiate a causa dei lavori sul ponte, ma non sono stati previsti indennizzi o correttivi alle chiusure programmate. “Andremo avanti con i disagi per un anno” ha aggiunto l’infermiera. “Venerdì lavoravo in giornata – ha detto Deborah De Micheli, infermiera del San Matteo – e ho potuto attraversare il ponte a 20 all’ora. Un camion poi ha sbagliato, doveva effettuare la piccola rotatoria e non riusciva: siamo rimasti 10 minuti in colonna. Sono partita da casa a Bressana alle 6 e sono arrivata alle 6,55, mentre prima effettuavo il tragitto in un quarto d’ora o venti minuti. Andare a lavorare è diventato complicato e anche spostarsi per le altre commissioni. Dovevo portare mio figlio dal dentista a Pavia e ho dovuto controllare se il ponte fosse percorribile o meno. Se non lo è, mi tocca passare da Verrua e si allunga il percorso, d’inverno quando ci saranno nebbia o neve, sarà pure pericoloso”.

De Micheli si sposta con una collega che abita a Cervesina per ridurre le spese. “Il mio capoturno abita a Voghera e prende l’autostrada – ha proseguito –. Noi usiamo l’auto un giorno a testa: quando il ponte è percorribile, la mia collega viene da me, quando non lo è vado io da lei e usiano l’autostrada, ma i costi aumentano e sarà così per quasi un anno. Oggi che le scuole sono chiuse, ci si impiega un’ora per andare al lavoro, da settembre sarà anche peggio e non sono previsti indennizzi”.