
Sono state le autorità ticinesi a sollevare la questione sul cambio delle targhe
C’è sempre l’eccezione che conferma la regola. Anche per il Decreto Sicurezza del 2018 che mirava a limitare la circolazione di veicoli immatricolati all’estero da parte di residenti in Italia, introducendo l’obbligo di reimmatricolazione. Basta andare a Campione d’Italia dove molti residenti, un tempo tutti, continuano a circolare con un’auto con targa svizzera nonostante l’entrata in vigore della norme e l’ingresso, da parte dell’exclave, all’interno dei confini doganali Ue.
Negli ultimi a sollevare la questione più che l’Italia è stata la Sezione della circolazione del Dipartimento delle istituzioni del Canton Ticino che è arrivata addirittura a porre una specie di ultimatum per tuti coloro che non hanno ancora provveduto all’immatricolazione italiana, nonostante il termine stabilito per l’utilizzo delle targhe svizzere sia scaduto il 31 dicembre 2022. A partire da quella data infatti nessun nuovo veicolo di stanza nel Comune può più essere immatricolato in Svizzera o subire modifiche della carta grigia circolazione, come ad esempio l’eventuale cambio di residenza. Da qui la richiesta da parte delle autorità del Canton Ticino si mettersi in regola, cambiando la targa, entro la fine dell’anno.
A dare una mano ai 230 proprietari che ancora non si sono messi in regola ci ha pensato il Comune, con una nota che di fatto sconfessa i vicini svizzeri. "Le autovetture immatricolate nel Canton Ticino fino al 31 dicembre 2019, ed appartenenti a soggetti residenti a Campione d’Italia - si legge - non rientrano in nessuna fattispecie relativa ad illeciti doganali. Pertanto, chi è in possesso di un autovettura immatricolata in Ticino, in data antecedente l’ingresso di campione nel territorio doganale della Ue, potrà continuare a farne uso, fino a rottamazione o vendita del veicolo stesso".
C’è da scommettere che i proprietari se ne guarderanno bene dal cambiare le loro auto, vecchie sì e magari inquinanti, ma pur sempre con targa elvetica.