ANNA GIORGI
Cronaca

Terremoto urbanistica a Milano, i 6 indagati pronti a parlare. Mercoledì gli interrogatori dei pm, setacciati i verbali dei progetti

Nuove accuse mosse dalla Procura alla commissione per il Paesaggio: “Zone pubbliche date ai privati, è stato aggirato l’interesse collettivo. Il Piano urbanistico veniva aggiornato a seconda delle richieste”

Giuseppe Marinoni, a sinistra. A destra, il sindaco Giuseppe Sala e il magnate dell'immobiliare Manfredi Catella

Giuseppe Marinoni, a sinistra. A destra, il sindaco Giuseppe Sala e il magnate dell'immobiliare Manfredi Catella

Milano, 22 luglio 2025 – A una settimana di distanza dal terremoto che ha acceso il faro su un presunto “sistema urbanistico edilizio deviato” – come lo definiscono i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, nell’inchiesta coordinata dall’aggiunta Tiziana Siciliano – spunta una memoria integrativa depositata al gip Mattia Fiorentini assieme alla richiesta di custodia cautelare a carico di sei persone, tra cui il dimissionario assessore Giancarlo Tancredi e il numero uno della disciolta commissione per il Paesaggio, Giuseppe Marinoni.

Approfondisci:

“Porta a casa il masterplan”: le chat di Marinoni che da 8 anni vendeva all’estero la “speculazione urbanistica” di Milano

“Porta a casa il masterplan”: le chat di Marinoni che da 8 anni vendeva all’estero la “speculazione urbanistica” di Milano

Nella memoria la procura definisce un’altra accusa: la “disinvolta” concessione a privati di aree demaniali pubbliche o ex pubbliche senza tener conto “dell’interesse pubblico”, attraverso uno “strumento”, previsto da un decreto legislativo del 2000: il cosiddetto “accordo di programma”. Secondo la Procura, in sostanza, la concessione è avvenuta in base a un “insieme numerosissimo di accordi di programma in variante” attuati sulle proposte dei privati. Nella memoria sono indicati i progetti: scali ferroviari, come quello di Porta Romana per il Villaggio olimpico, caserme, e il maxi progetto di piazzale Loreto. Il documento allegato ravvede gli estremi del reato di corruzione negli interventi che comportano “varianti particolari al Piano urbanistico generale, dichiarate od occulte, approvate su richiesta dei privati”.

Emblematica, per la procura, la trasformazione di piazzale Loreto. L’ex numero uno della Commissione, Marinoni e Carlo Masseroli, ex assessore all’Urbanistica della giunta Moratti, dal 2022 manager di Nhood, (lo sviluppatore che ha in portafoglio piazzale Loreto) “aspirano alla semplificazione degli accordi di partenariato pubblico privato – scrivono i pm – come moduli procedimentali per portare avanti nell’ombra i loro progetti espansionistici e giustificare le varianti”. Gli “accordi di corruzione” poi, tra Marinoni, il numero due Scandurra e i costruttori su vari progetti, come anche, ad esempio, quello del Villaggio olimpico in cui è indagato Manfredi Catella di Coima, sarebbero stati favoriti, secondo i pm, anche dai termini usati nei verbali della Commissione per dare il via libera ai progetti: “I viali diventano sequenza di piazze attraversanti”, si legge in uno di questi pareri definiti “arzigogolati” nel mirino degli inquirenti.

La procura poi si concentra anche sull’aspetto finanziario: una serie di bonifici fatti “in chiaro”, per circa 6,5 milioni, ma sospetti perché senza causale o con causali criptiche che approdano sui conti di costruttori o consulenti. Oltre, naturalmente, ai bonifici diretti a sostenere la campagna elettorale del sindaco Beppe Sala, sui quali sono in corso accertamenti che potrebbero portare a sviluppi giudiziari.

Il prossimo step sarà domani, mercoledì 23 luglio. Il gip Fiorentini ha fatto sapere che sentirà tutti e sei gli indagati nella giornata, calendarizzati dalle 9.45 alle 17 circa. Poi il gip si riserverà di decidere, in tempi a sua discrezione, se convalidare la richiesta di custodia cautelare e, a quel punto, i legali potrebbero ricorrere al Riesame. Oppure decidere di non convalidare e stabilire misure alternative alla custodia cautelare. Sulla base delle motivazioni contenute nella ordinanza anche i pm avranno facoltà di ricorrere in appello, oppure decidere di giocarsela in giudizio.