
Polemiche compatte, da più fronti, il giorno seguente l’annuncio del sindaco Alessandro Rapinese (nella foto), di chiudere la scuola...
Polemiche compatte, da più fronti, il giorno seguente l’annuncio del sindaco Alessandro Rapinese (nella foto), di chiudere la scuola Corridoni di via Sinigaglia, con la prospettiva di lasciare spazio a un autosilo che sarebbe funzionale al progetto del nuovo stadio. Gli studenti, ha detto il primo cittadino "possono andare alla Foscolo o in via Fiume, dove c’è posto".
Il consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi, coordinatore provinciale del partito, è subito intervenuto affermando che "Le scuole si aprono, non si chiudono: chiudere una scuola è la peggiore delle sconfitte per qualsiasi amministratore, sul piano culturale, etico e civile. Farlo poi per dare spazio a un autosilo è aberrante, ma giustificare il tutto con l’uso scorretto dei dati del calo demografico è addirittura imbarazzante".
Daniele Valsecchi, segretario cittadino Pd, con il consigliere comunale Stefano Legnani e il referente scuole Francesco Finizio, parlano di mancanza di "un piano di riorganizzazione delle scuole ragionato, condiviso, discusso. Non c’è visione, non c’è valutazione delle conseguenze, non si ha la minima idea di cosa voglia dire fare politiche educative degne di questo nome in una città capoluogo di provincia. Ci sono solo decisioni, spesso umorali, prese dall’alto dei propri privilegi. La chiusura della primaria Corridoni per far spazio a un autosilo, che si aggiunge ad altre già annunciate, è un’ulteriore dimostrazione di una direzione che penalizza la qualità dei servizi offerti dal Comune".
Infine Azione Como, con Carlo Bordoni e Luca Monti, commenta: "Meno aule per i ragazzi, più cemento e parcheggi. È evidente che, per questa amministrazione, contino più i numeri di bilancio che le necessità delle famiglie". Pa.Pi.