
Il giudice Roberto Spanò e la pm Roberta Panico
Brescia, 14 luglio 2025 – È a rischio il processo per la strage di piazza della Loggia in corso davanti alla Corte d'Assise di Brescia a carico di Roberto Zorzi, accusato di essere uno degli esecutori materiali dell'attentato neo fascista del 28 maggio 1974. Il motivo del possibile stop è legato al trasferimento del presidente della Corte d'Assise Roberto Spanò che ha scelto di andare al settore Civile del tribunale di Brescia dove inizierà il nuovo incarico il prossimo 8 settembre.
Spanó, magistrato al cui nome sono legati i principali casi di cronaca degli ultimi anni e in generale la cronaca giudiziaria bresciana fin dagli anni Novanta, ha optato per il trasferimento dopo che il Csm nei giorni scorsi aveva avviato la pratica per trasferire il sostituto procuratore antimafia, Roberta Panico (moglie di Spanò), per incompatibilità.

Il nodo dell’incompatibilità
La questione dell'incompatibilità era stata sollevata davanti al Csm dalla presidente della seconda sezione penale del tribunale di Brescia, Cristina Amalia Ardenghi, durante un'audizione in commissione sui carichi di lavoro nelle diverse sezioni penali. "Nel corso dei 17 anni di convivenza all'interno del medesimo Palazzo di Giustizia non sono mai insorte criticità da parte dell'utenza, ossia da parte di coloro che, almeno astrattamente, avrebbero potuto avere interesse a segnalare eventuali profili di incompatibilità" hanno scritto magistrati di Brescia Spanó e Panico, marito e moglie, nella memoria depositata al Csm contro la pratica di incompatibilità - proprio per il rapporto di coppia - sulla quale il Csm è intervenuto disponendo il trasferimento della pm dell'antimafia. Un trasferimento bloccato dalla scelta del marito, il giudice Spanò, che ha deciso di passare al settore civile dopo un'intera carriera spesa nel penale e con il processo per la strage di Piazza della Loggia in corso.

"Mai interferenze, abbiamo sempre agito con trasparenza”
"I dati statistici - hanno scritto Spanó e Panico - hanno dimostrato che, a far data dall'anno 2018, solo 3 processi su 1.830 (di cui uno monocratico) sono transitati dalla prima alla seconda sezione penale in ragione dell'incompatibilità".
E ancora: "Abbiano sempre agito con trasparenza alla luce del sole, senza mai nascondere nulla. Abbiano esplicitato senza ritardo sin dall'insorgere il nostro legame affettivo. Non siamo mai stati ricusati, né in ragione del rapporto di coniugio, né per altri motivi. Mai si sono verificate interferenze tra le reciproche attività lavorative".