REDAZIONE BRESCIA

Piazza delle Loggia, la condanna di Toffaloni inchiodato da una fotografia: “Non poteva essere lì per caso”

Le motivazioni della sentenza contro l’allora 16enne per la strage neofascista di Brescia che provocò la morte di 8 persone e il ferimento di altre 102

In rosso, il ragazzo identificato in Marco Toffaloni subito dopo la strage di piazza della Loggia

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Brescia – “La presenza dell'imputato sulla scena del crimine non potrebbe mai essere liquidata come una mera coincidenza o comunque come una presenza 'neutra’ perché dice che Marco Toffaloni non aveva nessuna ragione per trovarsi in piazza della Loggia la mattina del 28 maggio 1974 se non per partecipare all'esecuzione dell'eccidio”.

Lo scrive il Tribunale dei minori di Brescia nelle 337 pagine di motivazioni della sentenza di condanna a trent'anni di Marco Toffaloni. L'uomo, oggi 67enne, è ritenuto l'esecutore materiale della strage neofascista che provocò a Brescia la morte di 8 persone e il ferimento di altre 102.

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Determinante per la condanna di Toffaloni è stata una fotografia che dimostra la presenza in piazza del ragazzino, all'epoca sedicenne, subito dopo lo scoppio. “Ritiene il Tribunale che già l'istruttoria tecnica sulle immagini in oggetto abbia dimostrato che il ragazzo rappresentato nella fotografia sia, con assai elevata probabilità, Marco Toffaloni”, scrivono i giudici. “È certamente vero, in astratto, che la presenza sul luogo del delitto non è, di per sé, prova della responsabilità dell'imputato, ma nel caso di specie tale circostanza di fatto rivela una straordinaria capacità probatoria ove la si integri nel complessivo compendio probatorio che raggiunge il Toffaloni, tanto più che quest'ultimo non ha voluto fornire una spiegazione alternativa a tale presenza, che, invero, appare del tutto incomprensibile ove si consideri che Toffaloni viveva a settanta chilometri da Brescia e che quindi non poteva essere certo in transito casuale per la piazza”.