MILLA PRANDELLI
Cronaca

Epidemia colposa. Il reato è pure omissivo

Il reato di epidemia colposa in forma omissiva è configurabile: andando oltre la punibilità solo nel caso in cui un...

Il reato di epidemia colposa in forma omissiva è configurabile: andando oltre la punibilità solo nel caso in cui un...

Il reato di epidemia colposa in forma omissiva è configurabile: andando oltre la punibilità solo nel caso in cui un...

Il reato di epidemia colposa in forma omissiva è configurabile: andando oltre la punibilità solo nel caso in cui un soggetto avesse materialmente “sparso” il virus, la pronuncia della Cassazione potrebbe riaprire i procedimenti relativi alla gestione della pandemia del 2020. Lunedì le Sezioni Unite hanno depositato le motivazioni della pronuncia, rafforzando ulteriormente l’impatto della decisione: secondo la Corte, il reato di epidemia ha oggi una forma libera, non più vincolata alla diffusione materiale del virus, ma estendibile a condotte omissive, all’omissione di atti dovuti da parte delle pubbliche amministrazioni. "È un passo importantissimo – ha detto l’avvocato Consuelo Locati (nella foto), legale del team che assiste i familiari delle vittime del Covid –. Nelle motivazioni, le Sezioni Unite allargano la questione ponendo l’accento sulla tutela della salute pubblica e sulla mancata esecuzione di atti fondamentali che in Italia sono demandati agli organi amministrativi del ministero della Salute e alla Protezione civile".

Tra le omissioni ritenute rilevanti: la mancata distribuzione dei dispositivi di protezione individuale (Dpi), l’assenza di formazione del personale sanitario per affrontare emergenze e la mancanza di una corretta informazione del rischio alla popolazione, gli stessi elementi che hanno costituito il nucleo della maxi indagine della Procura di Bergamo, che ha coinvolto 21 tra politici e tecnici e che prosegue a Roma grazie all’opposizione presentata dagli avvocati dei familiari delle vittime, con l’imputazione coatta di alcuni alti dirigenti del ministero della Salute. "La decisione – prosegue Locati – conferma la fondatezza dell’azione giudiziaria intrapresa fin dal 2020: riscrive la narrazione giuridica di quanto accaduto durante la pandemia e rafforza l’azione in sede civile".