FEDERICA PACELLA
Cronaca

Alzheimer e decadimento cognitivo: in Lombardia 190mila diagnosi

Solo nel Bresciano, secondo i dati Ats Brescia, si stimano nel 2024 circa 8.300 assistiti. Le persone con demenza rappresentano l’11% dei cittadini della regione: 25mila nuovi malati ogni anno

Sono 600.000 in Lombardia i caregiver

Sono 600.000 in Lombardia i caregiver

Brescia. 21 settembre 2025 – «La demenza non è una sola e mai come oggi bisogna lavorare su diagnosi precoce e terapia personalizzata». A dirlo, in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer che ricorre oggi, è Barbara Borroni, che da inizio anno dirige la Struttura complessa “Riabilitazione del decadimento cognitivo e demenze“ all’ Irccs Fatebenefratelli di Brescia, ed è professore associato di neurologia all’Università di Brescia.

Nel Bresciano, secondo i dati Ats Brescia, si stimano nel 2024 circa 8.300 assistiti affetti da demenza di Alzheimer pari a 6,8 casi ogni 1.000 assistiti. In Lombardia, si parla di 190mila persone con diagnosi di demenza, di cui 115.000 malati di Alzheimer (e 600.000 caregiver). Le persone con demenza e deterioramento cognitivo rappresentano, quindi, l’11% dei cittadini lombardi; le stime parlano di circa 25mila nuovi malati ogni anno. Quanto all’Alzheimer, negli ultimi anni la ricerca ha fatto passi importanti nel trattamento.

«Tra le novità più promettenti – spiega Borroni - ci sono gli anticorpi monoclonali, presto disponibili in Italia; si aprono prospettive interessanti anche per altre forme di demenza, come la demenza frontotemporale, soprattutto nelle forme genetiche. Accanto alle terapie approvate, un ruolo crescente è svolto dai trattamenti sperimentali, resi possibili dalle tecnologie innovative e da una rete di ricerca avanzata». All’interno dei Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze dell’Irccs sono stati sviluppati ambulatori dedicati alle diverse forme di demenza.

«Un interesse particolare che ho maturato durante la specializzazione in neurologia presso l’Università di Cambridge e poi al Queen Square Hospital di Londra, riguarda le forme genetiche di demenza, spesso a esordio giovanile, per le quali qui a Brescia, oggi, abbiamo un ambulatorio dedicato. In questi casi, una diagnosi precoce può fare la differenza anche per accedere in tempo a trattamenti sperimentali mirati, che si stanno sviluppando con crescente rapidità». Borroni ricorda infine che «la demenza non colpisce solo la persona malata, ma coinvolge profondamente l’intera famiglia. La ricerca sta esplorando nuove modalità per migliorare il caregiving, come l’utilizzo della realtà virtuale per simulare situazioni quotidiane.