
Il Comitato dei genitori della Calini si è mobilitato contro il taglio di 6 insegnanti che rischia di mettere la scuola in difficoltà
Domandare è lecito, rispondere è cortesia. Se, però, la domanda arriva da decine di famiglie preoccupate che il taglio di 6 docenti in una scuola è modello di inclusione ma anche con tante complessità, una risposta sarebbe quanto meno opportuna. Dopo la conferenza stampa di sabato scorso (preceduta da mail cadute nel vuoto al provveditorato), i genitori della Scuola primaria Calini si aspettavano almeno un cenno dall’Ufficio scolastico territoriale, visti i timori reali che, da lunedì 22, si faccia fatica a coprire il tempo mensa in una scuola che ha 14 classi e 26 docenti ordinari (2 in meno di quelli che servirebbero). Non di meno, il taglio di 4 docenti per il potenziamento mette a rischio attività importanti in un istituto che ha un’alta presenza di minori con background migratorio, talvolta neanche alfabetizzati. Poiché di risposte non ne sono arrivate, hanno deciso di riprovarci: "Come genitori della primaria Calini – hanno scritto alla dirigente dell’ufficio scolastico territoriale, Filomena Bianco – desideriamo esprimere la nostra seria preoccupazione per la situazione dell’organico della scuola. La nostra attenzione nasce non solo in qualità di genitori, ma anche come cittadini, perché riteniamo che un’istituzione così importante rappresenti un patrimonio e un motivo di orgoglio per l’intera città. La Calini si distingue per l’eccellenza nell’inclusione e nell’integrazione di bambini e famiglie, oltre che per la cura dedicata alla crescita serena dei ragazzi. Per questo riteniamo fondamentale affrontare insieme le criticità che stanno emergendo". I genitori hanno invitato Bianco questa mattina a scuola, per presentarle le attività del Comitato e confrontarsi su questo tema, "che ci sta molto a cuore e che confidiamo sia altrettanto importante per lei".
Federica Pacella