Bimba ustionata con lo spray. Perché è stata condannata la “madre crudele”

Le motivazioni della sentenza del gup di Milano nei confronti della 28enne residente in provincia di Varese

Una bimba di alcuni mesi (foto d'archivio)

Una bimba di alcuni mesi (foto d'archivio)

Milano, 12 marzo 2024 – La “visione” delle “immagini videoregistrate” evidenzia “l'ineluttabile crudeltà delle condotte materne”, che non solo hanno lasciato “un segno sulla pelle della bambina”, ma che hanno anche “sicuramente provocato cicatrici profonde nella capacità di sviluppare rapporti di affidamento verso gli adulti nelle fasi più delicate della crescita”.

Lo scrive il gup di Milano Luca Milani nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 10 gennaio ha condannato a 4 anni di reclusione la 28enne arrestata il 3 febbraio 2023 per maltrattamenti aggravati e lesioni sulla figlia di 17 mesi. La donna, stando alle indagini della Squadra mobile e del pm Pasquale Addesso, spruzzava spray deodorante sulla piccola a distanza ravvicinata provocando lesioni e ustioni sulla pelle della bimba.

I ricoveri

La bimba, negli ultimi sei mesi prima dell'arresto della madre, era stata ricoverata in tre ospedali, tra Varese e Pavia, e poi al Policlinico di Milano, dove i medici si erano accorti che quelle lesioni potevano essere state causate dalla madre.

L’indagine

Gli investigatori hanno piazzato delle microcamere che hanno registrato i momenti in cui la donna causava le ferite alla bimba. Ed è scattato l'arresto. Una perizia psichiatrica, affidata al medico legale Mara Bertini, disposta dal gup, ha accertato che la madre “si trovava in una condizione di significativo disagio emotivo”, con una “sindrome di Munchausen”, ma le “condizioni cliniche globalmente rilevate” non erano “gravi” e non hanno determinato una “infermità mentale”.

Come spiega il giudice, "non è semplice individuare il movente di simili condotte”: “forse il fatto di attirare l'attenzione di un marito distratto e assente”, forse la “ricerca di protezione da parte dei medici curanti” o “forse la rivendicazione di un ruolo di preminenza all'interno del nucleo familiare”.