FULVIO DOMENICO D'ERI
Cronaca

L’antenna che divide. L’ex tecnico comunale: trattiamo con la società

Poggiridenti, il geometra Pietro Villa teme che l’opposizione diventi boomerang "Se la ditta farà causa all’Amministrazione dovremo pagare noi residenti".

L’antenna di 35 metri dovrebbe sorgere a Poggiridenti lungo la Ss 38 in località Cà Formolli

L’antenna di 35 metri dovrebbe sorgere a Poggiridenti lungo la Ss 38 in località Cà Formolli

A Poggiridenti tiene banco la realizzazione, da parte di una società privata (la Inwit), di una stazione radio base per la telefonia mobile alta 35 metri in località Cà Formolli. Maggioranza e minoranza consiliare hanno manifestato la ferma intenzione di opporsi alla realizzazione dell’infrastruttura. Sul tema interviene il geometra di Poggi Pietro Villa, ex tecnico in amministrazioni pubbliche. "A mio avviso bisogna, senza indugio, emanare un provvedimento di sospensione, in autotutela dell’efficacia della autorizzazione (cosa ben diversa anche giuridicamente da una ordinanza di sospensione lavori). Se ci sono tutti i pareri, nulla osta e quant’altro, a priori acquisiti autonomamente dalla ditta, la conferenza di servizi non viene convocata. Queste sono opere di carattere sovracomunale sono paragonabili ad opere pubbliche ed un diniego deve essere ben motivato". L’impatto ambientale? Danni alla salute?

"La Valtellina è stata martoriata da tralicci per l’elettrificazione, senza ricordare le schifezze delle zone artigianali. Prima o poi continuerà la tangenziale sul nostro territorio ed Anas non chiederà neanche il permesso ai proprietari… L’antenna non sarà un bello spettacolo (anche perché la sommità sarà dipinta di rosso e bianco per le norme imposte dal volo) e probabilmente se lì è stato individuato il sito è perché ci sono ragioni tecniche ben vincolanti (triangolazioni con altre antenne). Opporsi solo per principio con la scusante di una mancata intesa tra uffici mi pare fuori luogo. Sicuramente in caso di azione legale, la ditta farà ricorso nei vari gradi di giudizio, passeranno anni e nell’ipotesi dovessero, in ultimo grado (Consiglio di Stato) vincere la causa, allora ci sarebbe un bel problema, una richiesta danni per mancato inizio attività e mancato guadagno". Chi pagherà? "Noi cittadini di Poggi e con quali strumenti, aumentando l’Imu? Costi che ricadranno sulle future generazioni. Invito gli amministratori attuali a pensare bene a tutto questo. Sarebbe auspicabile sedersi ad un tavolo per una trattativa nella quale, dopo aver fatto quantificare l’entità del danno ambientale che si viene a creare, si tratti per opere di compensazione all’interno del paese, penso ad esempio alla mitigazione ambientale delle aree artigianali esistenti prevedendo polmoni verdi, la realizzazione di ciclabili, le implementazioni dei servizi ai disabil".

Fulvio D’Eri