SARA BALDINI
Cronaca

Ponte in Valtellina, negozio self-service svaligiato: vincono i ladri, ora si cambia. “Un altro pezzo di civiltà e anima che se ne va”

I clienti potevano acquistare prodotti a chilometro zero e prendere il resto in autonomia. Delusione e sconcerto serpeggiano anche tra gli abitanti del borgo

Negozio svaligiato, carabinieri in azione

Negozio svaligiato, carabinieri in azione

Non c’era neppure il rischio di pagare più del dovuto. Con le monete della ciotola, si poteva prendere "il resto". Perché lì funzionava così: si spingeva il portone, si sceglievano mieli, farine, biscotti, talvolta la frutta e si lasciava il corrispettivo in denaro. Un’offerta, sostanzialmente, per questa spesa-fai-da-te che da anni rappresentava la cifra della retrostante azienda agricola o, se si preferisce, l’appendice commerciale di quest’ultima.

Rappresentava, perché quando la fiducia viene tradita, si alzano le difese e con gli effetti di questa diffidenza si trovano poi, proprio malgrado, a fare i conti anche le persone che si sono sempre comportate e si comportano bene. E invece, sul bell’ingresso in legno della sede che sorge dove un tempo c’era la latteria del paese in via Piazzi, celebre astronomo cui Ponte, tra i tanti cittadini illustri, ha dato i natali, campeggia un cartello che spiega tutto.

"Ci scusiamo con il portone chiuso, con tutti i clienti onesti che hanno sempre apprezzato la fiducia reciproca, ma il negozio è stato svaligiato in pieno giorno e il nostro lavoro disprezzato – si legge - Apriamo il portone solo se ci siamo. Garantiamo l’apertura martedì - giovedì – sabato dalle 10 alle 12. Una decisione inevitabile per il giovane enologo Lorenzo Mazzucconi, titolare della realtà - oltre al vino, l’allevamento di polli, asini e pecore, un centinaio di alveari e la coltura di sementi autoctone - avviata una decina d’anni fa (allora era la più piccola azienda vinicola della Valtellina) con il socio Alessandro Aldisquarcina con l’obiettivo di portare avanti un’azienda agricola autosufficiente.

Delusione e sconcerto serpeggiano anche tra gli abitanti del borgo. Guida turistica e attore, Maurizio Zucchi è dispiaciuto per quanto accaduto a "quello che da anni dicevo fosse il simbolo che il mio paese era speciale. Un altro pezzo di civiltà e anima che se ne va, un clima che peggiora". "Una realtà piccola, semplice, che però parla a voce alta di fiducia, serenità, civiltà. Un chiaro patto, sebbene mai sbandierato, tra clienti ed esercenti - aggiunge Angela Moltoni - Sebbene a molti possa sembrare una piccola cosa, di fronte ai drammi di portata ben più ampia che ci affliggono, non posso fare a meno di viverlo come uno sgarbo a tutti noi, una ferita, un ulteriore colpo alla vivibilità di questo mondo".