NICOLA PALMA
Cronaca

Due giovani liceali pedinate e violentate: i domicili-fantasma dell’aggressore e le (premeditate) fascette per bloccare le vittime

Picciulli ha indicato un paio di indirizzi ai carabinieri, ma secondo le prime verifiche sono inesistenti. Domani il quarantenne verrà interrogato in carcere dal gip per la convalida del fermo dei carabinieri

Gabriele Picciulli è stato fermato dai carabinieri a Cinisello Balsamo

Gabriele Picciulli è stato fermato dai carabinieri a Cinisello Balsamo

MILANO – Domani Gabriele Picciulli dovrà presentarsi davanti al gip Francesca Bianchetti del Tribunale di Monza per la convalida del fermo per violenza sessuale, sequestro di persona e rapina. Il quarantenne è accusato di aver pedinato e abusato di due liceali di 15 e 16 anni, tenendo segregate per circa venti minuti nell’appartamento dove la più grande vive con i genitori al confine tra Milano e Sesto San Giovanni. L’uomo, residente ad Aversa e con precedenti datati, è stato bloccato dai carabinieri subito dopo il raid, intercettato a circa due chilometri di distanza: i militari delle stazioni di Sesto e Cusano Milanino e del Radiomobile di Cologno Monzese, guidate dal gps del cellulare rapinato a una delle vittime, lo hanno rintracciato in via dei Partigiani a Cinisello Balsamo.

Le indagini degli investigatori dell’Arma, coordinati dal pm di turno Francesca Gentilini e dal tenente colonnello Giuseppe Sacco, stanno cercando di ricostruire i movimenti di Picciulli per rispondere a un interrogativo ancora senza risposta: cosa ci faceva qui? L’uomo avrebbe riferito di essere venuto al Nord dalla provincia di Caserta per motivi di lavoro, anche se risulta disoccupato.

Il quarantenne avrebbe anche indicato due domicili, inesistenti secondo le immediate verifiche dei carabinieri.  Indirizzi-fantasma che non avrebbero portato a nulla di concreto. Il fatto che Picciulli avesse nello zaino alcune fascette da elettricista (che non ha usato) lascia pensare che sia uscito di casa (ma non si sa ancora quale) con un obiettivo preciso.

La ricostruzione dell’agguato sessuale ci riporta alle 21.30 di venerdì. A quell’ora, le adolescenti sono in un parchetto in compagnia dei rispettivi genitori. Le amiche decidono di anticipare il rientro a casa di padri e madri e si incamminano verso la casa della sedicenne, in una palazzina di sei piani. Stando alle indagini, Picciuli le segue per alcune centinaia di metri e si infila con loro prima nel portone del palazzo e poi in ascensore. Il blitz scatta sul pianerottolo: il quarantenne tira fuori un cacciavite, intima alle due di non urlare e di aprire la porta. Poi le costringe a ingerire alcolici e ne abusa sessualmente. Prima di andare via, prende loro i cellulari e arraffa qualche oggetto prezioso.

Tra l’uscita dallo stabile dell’aggressore e il rientro dei genitori delle liceali passano pochissimi minuti, due o tre al massimo: il mancato incrocio è solo una casualità. Nel frattempo, la sedicenne, ancora sotto choc, trova comunque la forza di dare l’allarme al 112, per poi scoppiare in lacrime tra le braccia dei genitori (che a loro volta allertano le forze dell’ordine). La caccia dei carabinieri parte dal segnale intercettato dall’app “trova i-Phone”, che localizza il fuggitivo a Cinisello.

I militari lo incrociano in via dei Partigiani: lui si mostra inizialmente collaborativo, seppur visibilmente ubriaco, ma quando gli investigatori dell’Arma gli trovano addosso cellulari, refurtiva e cacciavite cambia atteggiamento: aggredisce i militari e distrugge il pannello dello sportello posteriore della gazzella con calci e testate, tanto che verrà denunciato pure per resistenza e danneggiamento. Prima di essere portato nel carcere di Monza, viene accompagnato alla clinica Multimedica per gli esami del sangue: il sospetto è che fosse anche drogato.