DA.CR.
Cronaca

Io, la prima ‘vigilessa’ a Monza: “Una volta provai a multare anche il pilota vincitore del Gran Premio. E sorpresi Gino Bramieri contromano”

Tiziana Paleari, la prima donna. Carattere ed energia in un mondo di uomini: “Un giorno mi presero per una prostituta, ma imparai subito a farmi rispettare”

Tiziana Paleari, a destra, in una foto storica tratta da un libro sui vigili urbani di Monza assieme alla collega Lella Sangalli

Tiziana Paleari, a destra, in una foto storica tratta da un libro sui vigili urbani di Monza assieme alla collega Lella Sangalli

Non ha mai dato tante multe, ma quando ci provò a darne una a un macchinone che sfrecciava senza rispettare il Codice della Strada all’uscita del Parco, si ritrovò tutti addosso per impedirglielo. "Per forza, quello in auto era Mario Andretti, il pilota: tornava dall’Autodromo dove aveva appena vinto il Gran Premio di Formula Uno. Ma a me non interessava nulla, ero lì per lavorare e Andretti non sapevo nemmeno chi fosse". Tiziana Paleari, oggi 70 anni, è un tipo così. Forte, energico, fuori dagli schemi. Solo così nel 1977 avrebbe potuto diventare, in un mondo dominato dagli uomini, la prima vigilessa in servizio a Monza.

"La seconda in realtà - precisa -: ce n‘era già una, ma non fu semplice". Figlia di gente umile, i genitori storici baristi di Monza, con una licenza media e un’altezza invidiabile per una donna (1.69 centimetri) a 23 anni decide di provare a entrare nei vigili. "Ero un po’ un maschiaccio e volevo fare i turni notturni anche io, non mi spaventava. Volevo la divisa, anzi avrei preferito fare la poliziotta".

E a casa? "I miei genitori mi lasciarono carta bianca, del resto sapevano che era un’impresa opporsi se mi mettevo in testa qualcosa. E così mi presentai al concorso".In Municipio Tiziana Paleari supera brillantemente tutte le prove, scritte e orali: "Entrammo in 8 in quel concorso, io ero l’unica donna. La 114esima agente del Corpo". Farsi rispettare all’inizio non è semplice, ma Tiziana Paleari ha carattere da vendere. "I miei colleghi impararono subito". Una donna sarà andata negli uffici? "Per nulla: volevo la strada".

Ruspante al punto giusto, Tiziana Paleari capisce che l’ostacolo più grosso è farsi rispettare dagli utenti maschi della strada, increduli a vedersi davanti una donna in divisa. "Ma avevo sempre la battuta pronta. Se non mi prendevano sul serio, alzavo la voce". Impara subito le norme della viabilità: "Si studiava sul campo, ci mandavano tutti in corso Milano, il più trafficato all’epoca". Il comandante si chiama Vito Giacovelli, una figura storica, "un signore".

Multe la vigilessa Paleari non ne dà molte, "preferivo educare e spiegare cosa fare invece che punire, infatti mi mandavano all’incrocio di via Lecco, uno dei più tranquilli, perché sapevano che non avrei fatto cassa". Primo stipendio, luglio 282mila lire. Maschilismo? "Ogni tanto incontravo qualche automobilista che mi diceva ‘vai a fare la calza!’, ma gli rispondevo per le rime. E una volta ebbi una disavventura: un automobilista non capì che ero una vigilessa e si accostò chiedendomi quanto volessi: mi aveva scambiato per una prostituta".

All’inizio anche con i colleghi di altri reparti delle forze dell’ordine non fu semplice: "Chiamai i pompieri per avvisare che c’era un incendio solo che… sentendo la voce di una donna non mi credettero: dovetti chiamare un collega per fargli capire che c’era era meglio sbrigarsi". La nuova vigilessa di fa notare anche per una lite con Gino Bramieri, comico sulla cresta dell’onda all’epoca.

"Una sera doveva esibirsi al teatro Manzoni ma entrò contromano nella strada del teatro. E io lo fermai. Mi rispose: ‘Lei non sa chi sono io’. Beh, gli risposi: ‘nemmeno lei, tirai fuori la paletta e lo rimisi al suo posto".

Nel 1980 Tiziana Paleari rimane incinta. "Non sapevano dove spostarmi col mio pancione, ma alla fine decisi di cambiare tutto: mia madre mi convinse che non potevo continuare a fare questo lavoro con un bambino piccolo e mi lasciai convincere a provare con un concorso per entrare alle Poste…".

Si era anche sposata, "e dire che mio padre mi aveva detto: fai quel che vuoi ma non voglio divise per casa… e invece gliene portasi due: la mia e quella di mio marito, un carabiniere".