
Anarchici in presidio sotto le mura del carcere minorile Beccaria contro il 41 Bis , Milano, 5 Febbraio, 2023, Ansa/Andrea Fasani
MILANO – Alle due ex direttrice dell’Istituto penitenziario minorile “Beccaria” Cosima Buccoliero e Maria Vittoria Menenti, e a una vicedirettrice che è stata reggente per un breve periodo, Raffaella Messina la procura contesta il reato di concorso in maltrattamenti sui giovani detenuti perché non avrebbero esercitato
“i poteri di controllo, vigilanza, coordinamento ad esse conferiti, omettevano di impedire le condotte reiterate violente e umilianti” commesse dagli agenti della polizia penitenziaria a loro sottoposti, nei confronti di numerosi detenuti.
Il quadro delle violenze disumane emerge dal capo di imputazione contenuto nella richiesta di incidente probatorio notificata al gip e ai 42 indagati. E, dalle carte, emergono anche i gravissimi episodi commessi dagli agenti nei confronti dei detenuti. A novembre del 2023 succede un pestaggio molto violento.
Un minorenne non si sente bene, è molto agitato e chiede alle guardie di poter avere un calmante, nessuno lo ascolta e così minaccia di ingoiare delle pile. A quel punto una guardia lo tranquillizza e gli dice, “seguimi che ti accompagno in infermeria“. Ma è una trappola, in realtà lo conduce in un seminterrato.
Lì ad aspettarlo ci sono dieci agenti. “Figlio di p... che ti credevi .. str...”, a quel punto il detenuto comincia a tremare, vuole andarsene perché capisce che verrà picchiato. E, in effetti, gli agenti cominciano a colpirlo con calci e pugni, gli spuntano addosso lo insultano... frocio di m...“, uno degli agenti gli sferra un calcio all’altezza del cuore provocandogli un fortissimo dolore al petto e mentre stava a terra a respirare a fatica in cinque lo trascinano per i piedi. Poi uno dei dieci dice agli altri: uscite dalla cella che ora ci penso io, lo picchio io da solo.. poi lo spoglia completamente, indossa un paio di guanti e lo colpisce in ogni parte del corpo. Intanto gli altri restano fuori dalla cella a guardare lo spettacolo disumano.
Al termine dell’aggressione lo lasciano a terra nudo ammanettato per oltre due ore. Il fatto è commesso con “particolare crudeltà e da più persone”, scrie al procura, una delle aggravanti contestate. Il mattino seguente altre due guardie svegliano un detenuto per spostarlo dalla sua cella.
Entrano, lo ammanettano lo riempiono di pugni e schiaffi, poi cominciano ad insultarlo: sei un bastardo di m.. sei un arabo zingaro noi siamo napoletani mentre tu sei un arabo di m...” e poi lo portano in un’altra cella dove continuano a picchiarlo e gli sferrano un violento pugno sul naso.
Nell’inchiesta ci sono 33 parti civili e 42 indagati. Ma gli indagati saranno molti di più, quelli emersi dalle carte sono quelli le cui dichiarazioni devono essere cristallizzate in un incidente probatorio.