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Tumore alla prostata, a Monza c’è UroNavigator: “Così è possibile ottenere una diagnosi precocissima”

Al San Gerardo la nuova tecnica che sfrutta l’intelligenza artificiale per la fusione delle immagini ecografiche con quelle ottenute dalla risonanza magnetica nucleare, riducendo il rischio di errore umano dell’operatore. Si esegue in regime ambulatoriale ed è solitamente ben tollerata

A sinistra il dottor Andrea Gregori, direttore della Struttura Complessa di Urologia, con l'équipe che si occuperà delle prestazioni con il sistema UroNavigator.

A sinistra il dottor Andrea Gregori, direttore della Struttura Complessa di Urologia, con l'équipe che si occuperà delle prestazioni con il sistema UroNavigator.

Monza, 21 maggio 2025 – Importante novità per l'Urologia della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori, che si è dotata del sistema UroNavigator.

Una tecnologia innovativa per la diagnosi del tumore alla prostata

Di cosa si tratta? È una tecnica che permette di effettuare la cosiddetta biopsia prostatica fusion per la diagnosi del tumore alla prostata, in maniera innovativa: grazie a un software che sfrutta l’intelligenza artificiale, la fusione delle immagini ecografiche con quelle ottenute dalla risonanza magnetica nucleare viene fatta automaticamente, riducendo il rischio di errore umano dell’operatore.

Già in questi giorni il sistema è a disposizione dei pazienti in carico all’Urologia del San Gerardo. L’introduzione di questa innovativa tecnica diagnostica conferma l’attenzione della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori per le patologie tumorali. Il valore aggiunto di questo tipo di biopsia rispetto alle tradizionali tecniche diagnostiche è l’individuazione più efficace e mirata della massa tumorale della prostata.

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Vantaggi della tecnologia UroNavigator

“Tramite questa tecnologia è possibile ottenere una diagnosi precocissima, una migliore applicazione della chirurgia mininvasiva robotica e una precisa valutazione dello stadio della malattia già nella fase preoperatoria - spiega il dottor Andrea Gregori, Direttore della Struttura complessa di Urologia del San Gerardo. Il tumore della prostata è una patologia con gestione clinica e chirurgica altamente complessa, per la quale la fiorente letteratura e la ricerca offrono già una prospettiva terapeutica molto ampia: trattandosi del tumore più frequente tra le patologie urologiche, la diagnosi precoce è fondamentale”.

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Come funziona la biopsia fusion

Tecnicamente la biopsia fusion è una tecnologia che consente di effettuare una fusione in tempo reale tra le immagini prodotte dalla risonanza magnetica multiparametrica della prostata e quelle ottenute tramite l’ecografia transrettale. Il software, attraverso l’elaborazione dell’intelligenza artificiale, coadiuvato dall’urologo, elabora una mappa tridimensionale della prostata del paziente identificando con precisione i target, cioè i punti dove c’è un elevato sospetto di tumore prostatico. I prelievi effettuati durante la biopsia fusion sono mirati e meno numerosi rispetto alla metodica tradizionale, con conseguente riduzione dei possibili effetti collaterali per il paziente. Si esegue in regime ambulatoriale ed è solitamente ben tollerata.