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Tumore al seno, scoperto il meccanismo di resistenza ai farmaci: lo studio dello Ieo su mutazioni geniche e biomarcatori

L’Istituto Europeo di Oncologia di Milano ha partecipato allo studio pubblicato su “Nature Genetics”. Fra gli autori della ricerca il professor Giuseppe Curigliano e il dottor Antonio Marra

Uno screening oncologico finalizzato alla diagnosi precoce dei tumori

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Uno studio internazionale, pubblicato oggi su Nature Genetics, ha individuato la causa della limitata efficacia delle cure più comuni per il tumore del seno metastatico. L'attivazione di alcuni enzimi è in grado di promuovere la resistenza alle terapie endocrine e al bersaglio molecolare nelle cellule tumorali.

Giuseppe Curigliano, direttore della Divisione Nuovi Farmaci per Terapie Innovative Ieo
Giuseppe Curigliano, direttore della Divisione Nuovi Farmaci per Terapie Innovative Ieo

Tra gli autori figurano il professor Giuseppe Curigliano, direttore della Divisione Nuovi Farmaci per Terapie Innovative Ieo, e il Dottor Antonio Marra, giovane medico-ricercatore della stessa Divisione.

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Causa della resistenza nelle terapie del tumore al seno

"Per identificare i processi mutazionali attivi nel tumore al seno e il loro impatto sull'efficacia delle terapie, abbiamo analizzato 3.880 campioni di pazienti con carcinoma mammario, utilizzando dati clinici e genomici. Abbiamo così scoperto che le firme mutazionali - cioè le impronte lasciate sul genoma del cancro da qualunque alterazione del Dna verificatasi durante la formazione di un tumore - associate agli enzimi Apobec3 erano altamente prevalenti e più frequenti nei tumori metastatici resistenti ai trattamenti standard, soprattutto nei casi di cancro con recettori ormonali positivi (HR+). In sostanza le firme mutazionali di Apobec3 sono risultate associate in modo indipendente a una minore efficacia del trattamento con terapia endocrina ed inibitori di CDK4/6", spiega Antonio Marra.

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I ricercatori hanno dimostrato che il processo di mutazione di Apobec3 promuove la resistenza sia alle terapie endocrine che a quelle mirate, attraverso specifiche alterazioni genomiche, come ad esempio le alterazioni con perdita di funzione del gene RB1. La presenza di attività Apobec3 anche nei campioni clinici pre-trattamento evidenzia il ruolo pervasivo di questo processo mutazionale nell'evoluzione del tumore al seno.

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Potenziale terapeutico e superamento della resistenza

"Lo studio rivela che le mutazioni geniche mediate da Apobec3 innescano la resistenza alle terapie e ne evidenzia quindi il potenziale come biomarcatore e bersaglio terapeutico per superare tale resistenza. Abbiamo quindi inserito un importante tassello mancante nel quadro dell'efficacia delle nuove terapie per il tumore al seno metastatico. Superare la resistenza ai farmaci significa guadagnare anni di vita senza progressione di malattia e dunque arrivare più vicini all'obiettivo di rendere il tumore al seno avanzato una malattia cronica, con cui è possibile convivere sempre più a lungo" conclude il professor Curigliano.