MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Leoncavallo: cosa succede dopo lo sgombero? Il piano per trovare una nuova sede al centro sociale

Individuata l’area, un capannone in via San Dionigi (quartiere Porto di Mare). Il Comune accelera sulla delibera, pesa il costo della bonifica dell’amianto

Milano, 22 agosto 2025 – E ora che succede? Cosa faranno e, soprattutto, dove andranno i leoncavallini? Non solo. Che ne sarà dell’immobile di via Watteau appena sgomberato? Domande legittime. Sul futuro del centro sociale si può già delineare uno scenario, mentre per capire le mosse dei proprietari dell’ex cartiera di via Watteau, la società Orologio della famiglia Cabassi, bisognerà attendere ancora un po’.

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presidio antisgombero Centro Sociale Leoncavallo, Milano, 19 Marzo 2025, Ansa/Andrea Fasani

Ma ripartiamo da capo, dall’eventuale futura sede del Leonka. Sì, perché dopo il blitz delle forze dell’ordine, il Comune è pronto a mettere in atto una strategia per trovare una nuova sede agli antagonisti. O meglio, per consentire all’associazione delle Mamme del Leonka – o di un altro ente giuridico che rappresenti gli antagonisti – di presentare un progetto per prendere in gestione un’immobile comunale con la formula del diritto di superficie e per riqualificarlo in modo da farne la nuova sede del centro sociale.

Non è un mistero che il Leonka abbia già individuato in un ex capannone in via San Dionigi, a Porto di Mare, periferia sud-est della città, l’immobile che potrebbe fare al caso suo. E Palazzo Marino è pronto a fare la sua parte per venire incontro agli sgomberati leoncavallini.

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La vicesindaco Anna Scavuzzo, che dallo scorso 22 luglio ha le deleghe all’Urbanistica lasciate dall’ormai ex assessore Giancarlo Tancredi, annuncia che “la prossima settimana porteremo in Giunta comunale una delibera con le linee di indirizzo per la raccolta di manifestazioni d’interesse relative a una serie di aree a Porto di Mare e in via San Dionigi, manifestazioni d’interesse che devono essere volte alla valorizzazione del patrimonio comunale. Si tratta, naturalmente, di un bando pubblico, aperto a tutti. La gestione dei terreni avverrà con la formula del diritto di superficie, secondo quanto prescritto dal Piano di governo del territorio sulla riqualificazione urbana di quell’area”.

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Anna Scavuzzo, vicesindaca di Milano

La numero due di Palazzo Marino non esclude che sull’area di via San Dionigi 117 – inserita nelle aree indicate dalla delibera – possa esserci l’interesse degli esponenti del Leoncavallo, che sul quell’immobile avevano già presentato una manifestazione d’interesse.

Nella delibera che sarà analizzata nella seduta di Giunta della prossima settimana, probabilmente giovedì, saranno indicati con precisione anche gli importi che i partecipanti al bando dovranno sborsare per aggiudicarsi il diritto di superficie delle singole aree, un canone che potrebbe essere anche scomputato, almeno in parte, dall’importo dei lavori per riqualificare gli immobili presi in gestione.

L’ex capannone preferito dai leoncavallini ha bisogno della bonifica del tetto di amianto (almeno 300 mila euro) e di altri interventi di restyling quantificati inizialmente in tre milioni di euro.