REDAZIONE SALUTE

Milano, intervento su una neonata di 750 grammi: chiuso con successo il dotto di Botallo. La piccola è salva

La delicata operazione, effettuata utilizzando una tecnica chirurgica minivasiva, ha visto al lavoro l’équipe dell’IRCCS Ospedale San Raffaele insieme a quella dell’IRCCS Policlinico San Donato: “Una rete clinica fondata su professionalità, interdisciplinarità e centralità del paziente”

Un delicato intervento in sala operatoria (Foto di repertorio)

Un delicato intervento in sala operatoria (Foto di repertorio)

Milano, 31 luglio 2025 – Successo per un delicato intervento salvavita su una neonata prematura, nata alla 24esima settimana di gestazione, con un peso di appena 750 grammi. L’operazione chirurgica è stata eseguita lo scorso 24 luglio all’IRCCS Ospedale San Raffaele, dall’équipe dell’Unità di cardiochirurgia pediatrica e dei congeniti adulti dell’IRCCS Policlinico San Donato, diretta dal professor Alessandro Giamberti.

La piccola presentava un dotto di Botallo ancora aperto, una condizione frequente nei grandi prematuri, che può causare un ritardo gravissimo nella crescita e produrre danni irreversibili a cuore e polmoni. E, specie nel caso di neonati di così basso peso, l’epilogo, purtroppo, può essere anche infausto. A causa dell’elevato rischio connesso al trasporto di neonati così fragili, l’intervento è stato effettuato direttamente nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale, sul lettino termico.

Chirurgia mininvasiva

Con l’utilizzo di una tecnica di chirurgia mininvasiva, è stata eseguita la chiusura del dotto mediante una clip metallica, un piccolo dispositivo in titanio o acciaio inossidabile usato per serrare il canale. La clip viene fissata attorno al dotto arterioso per bloccare il passaggio del sangue. Il flusso si interrompe immediatamente e, con il tempo, il dotto si cicatrizza e si atrofizza.

“Un gesto tecnico in sé rapido, ma reso estremamente complesso dal peso e dalla fragilità della piccola paziente, che ha trasformato un intervento di per sé ordinario in qualcosa di straordinario. La buona riuscita dell’operazione consentirà alla neonata di avere ancora un futuro.

Un’équipe medica multidisciplinare

Un risultato reso possibile non solo dal lavoro di noi chirurghi, che siamo solo una parte, forse la più evidente, di un’équipe multidisciplinare ben più ampia, composta da cardiochirurghi, neonatologi, anestesisti e ginecologi”, ha spiegato il professor Giamberti.

E ha sottolineato le diverse professionalità coinvolte in questo piccolo grande miracolo: “Dal professor Massimo Chessa, Responsabile del Centro di Cardiologia ed Emodinamica Pediatrica e del Congenito Adulto all’IRCCS Policlinico San Donato, al dottor Giuseppe Isgrò, Referente dell’area pediatrica e del congenito adulto della terapia intensiva cardiochirurgica sempre all’IRCCS Policlinico San Donato, al professor Massimo Candiani, direttore dell’Unita Operativa di Ginecologia dell’Ospedale San Raffaele, con il collega dottor Graziano Barera, Primario dell’Unità Operativa di Neonatologia e Patologia Neonatale e Pediatria”.

Sinergia tra due centri di eccellenza

L’intervento di oggi è il frutto di una forte e crescente collaborazione tra due centri di eccellenza riconosciuti a livello internazionale: negli ultimi mesi, si è consolidata una sinergia operativa tra la cardiologia e la cardiochirurgia dell’IRCCS Policlinico San Donato e la ginecologia, ostetricia, neonatologia e pediatria dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, con percorsi integrati che seguono le donne - e i neonati - dalla diagnosi prenatale di cardiopatie congenite, al parto, fino alla cura post-natale.

“L’obiettivo del Gruppo San Donato è quello di sviluppare sempre più percorsi integrati – anche a livello internazionale – per le cardiopatie congenite, incluse le gestanti con patologie cardiache (il cosiddetto percorso rosa), rafforzando una rete clinica fondata su professionalità, interdisciplinarità e centralità del paziente”, ha concluso il professor Alessandro Giamberti.

Cos'è il dotto di Botallo 

Il dotto di Botallo è un piccolo vaso sanguigno, presente durante la vita fetale, che connette l’arteria polmonare all’aorta, consentendo al sangue di bypassare i polmoni, ancora inattivi prima della nascita. Dopo il parto, questo dotto dovrebbe chiudersi spontaneamente. Tuttavia, nei bambini nati prematuramente, il canale spesso resta aperto, causando un eccesso di sangue nei polmoni, ancora immaturi, con il rischio di compromettere la funzionalità respiratoria e la crescita dei polmoni.

La chiusura farmacologica è il primo passo terapeutico, ma nei casi più gravi, o refrattari, come questo, si rende necessario l’intervento chirurgico. È una procedura salvavita, soprattutto nei neonati dal peso così basso, che, altrimenti, non potrebbero mai raggiungere un livello di maturazione polmonare sufficiente per sopravvivere.