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Crazy Week, Roberto Vecchioni e lo stigma della malattia mentale: è curabile come le altre. Serve amore

Il cantautore ha parlato della sofferenza che lui e la moglie, Daria Colombo, affrontano per la morte del figlio, Arrigo

Roberto Vecchioni sarà uno dei protagonisti della Crazy Week

Roberto Vecchioni sarà uno dei protagonisti della Crazy Week

 Milano, 12 maggio 2025 – La malattia mentale "ha uno stigma addosso cioè quello di non essere curabile, ma è una malattia ed è curabile, con l'amore degli altri".

Lo ha spiegato il cantautore Roberto Vecchioni che sarà uno dei protagonisti della Crazy Week, manifestazione promossa a Milano per combattere lo stigma legato alla malattia mentale in programma dal 24 al 30 maggio.

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Il cantautore ha parlato della sofferenza che lui e la moglie, Daria Colombo, affrontano per la morte del figlio, Arrigo, portato via da una malattia mentale nel 2023 a 36 anni. "Nei sette giorni di questa manifestazione quella contro lo stigma sarà una battaglia che io nel mio piccolo tenterò di combattere", ha rimarcato. "Se sei malato al corpo subito sei in ospedale e ti curano, tutti sanno cosa fare, ma quando è l'anima o il cervello che non corrisponde a quello che gli altri vorrebbero non si pensa che sia una malattia, ma che è così e basta. Invece questo è fuori da ogni etica umana". "Lo stigma è un punto fondamentale, noi non possiamo considerare che il malato mentale sia così e basta, si guarisce anche da questo e se non si guarisce si riesce a costruire una vita di partecipazione e comunicazione con gli altri in modo giusto - ha detto -. Oggi abbiamo dei ragazzi che o fisicamente o esistenzialmente non sopportano questo mondo, vediamo anche tanti nostri figli, ragazzi che si staccano dall'esistenza e questo non deve accadere".

Secondo il cantautore c'è ancora molto da fare, soprattutto nella sanità pubblica, per l'assistenza ha chi ha questi problemi. "Quelli che chiamate malati mentali hanno bisogno di allegria  e hanno bisogno di sentirsi con gli altri e come gli altri - ha concluso Vecchioni -. Abbiamo bisogno di ragazzi che credono nel domani. Devono pensare, 'io vado avanti'. Alla fine si può guarire con l'amore".