
Roberta Rossi, psicologa e ricercatrice dell’Irccs
Brescia, 30 aprile 2025 – Una delle condizioni psichiatriche più impegnative per i servizi di salute mentale, ma anche una delle più difficili da far emergere, soprattutto nei giovani. Si tratta del Disturbo borderline di personalità (Dbp), per il quale ora l’Irccs Fatebenefratelli di Brescia ha messo a punto un progetto per intercettarlo nei giovani. L’esordio avviene frequentemente tra i 15 e i 25 anni, una fase in cui si costruiscono identità, relazioni, autonomia. A oggi, solo l’8% degli utenti dei Dipartimenti di Salute mentale e delle dipendenze rientra, però, nella fascia 18–25 anni, nonostante sia quella più a rischio.
"Per rispondere a questo bisogno non ancora soddisfatto, l’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, in collaborazione con la Joint Action europea ImpleMENTAL e Regione Lombardia, ha condotto un progetto innovativo che punta a armonizzare e potenziare i percorsi di diagnosi e cura del Dbp nei Dipartimenti di salute mentale e dipendenze della Lombardia, con un focus sulla fascia 18–30 anni", spiega Roberta Rossi, psicologa e ricercatrice dell’Irccs, da anni impegnata nella ricerca e nella clinica sul Dbp. "Intervenire tra i 18 e i 30 anni significa agire in una finestra di plasticità evolutiva, quando la struttura del sé non è ancora consolidata e i danni secondari del disturbo (drop-out scolastico, perdita di lavoro, isolamento sociale) possono ancora essere prevenuti. È stato dimostrato che trattamenti precoci e strutturati possono ridurre i tentativi di suicidio, aumentare la stabilità affettiva e relazionale, migliorare l’autonomia e la qualità di vita".