REDAZIONE SALUTE

Scarpe ortopediche, arriva il rimborso della Regione: modelli e cifre

Dal 10 settembre un aiuto economico alle famiglie per le calzature di serie non inserite nell’elenco nazionale

Guido Bertolaso, assessore al welfare di Regione Lombardia

Guido Bertolaso, assessore al welfare di Regione Lombardia

Milano – Dal 10 settembre il servizio sanitario regionale rimborserà le calzature ortopediche di serie, che non sono inserite nel nomenclatore a livello nazionale.

La novità è stata decisa con l'approvazione all'inizio di agosto da parte della giunta della programmazione sanitaria. Le calzature ortopediche di serie, spiegano dalla Regione, sono indicate per minori con problemi come piedi piatti o valgismo, pazienti diabetici con complicanze vascolari e persone con invalidità che usano tutori o protesi.

Non si tratta di scarpe comuni quindi, ma di ausili che aiutano a camminare meglio, riducendo dolore e rischi.

I codici per il rimborso includono modelli per piede diabetico (230 euro), pediatrici (140 euro) e per patologie neurologiche (230 euro), con rinnovi ogni 18-24 mesi a seconda della deambulazione. A questo si aggiunge la reintroduzione di ortesi spinali, come collari e corsetti, per fratture e cifosi.

"Come Lombardia - ha spiegato l'assessore al Welfare Guido Bertolaso ​​- abbiamo contestato la rimozione dal nomenclatore nazionale delle calzature e protesi spinali di serie, ma la decisione è stata applicata su accordo della maggioranza delle Regioni con il Ministero della Salute. Abbiamo quindi sviluppato una soluzione regionale per continuare a fornire questi presidi essenziali a cittadini e famiglie che affrontano malattie e disabilità, rispondendo alle numerose segnalazioni da assistiti e prescrittori sul territorio".

"Questo - ha rivendicato - è un esempio di autonomia decisionale in sanità: utilizzare i fondi nel modo migliore per i lombardi. Alla stregua di quanto deciso l'anno scorso, in tema di prevenzione del virus respiratorio sinciziale, dalla Giunta regionale lombarda che anticipò quelle che poi divennero determinazioni nazionali".

In “ritardo”

Si tratta di "una vittoria di civiltà” ma “che arriva dopo mesi di protesta da parte delle famiglie e delle associazioni, che si erano trovate a dover affrontare spese pesanti e ingiustificate a causa dell'esclusione di questi dispositivi dai lea nazionali" secondo la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Paola Pizzighini, che su questo aveva presentato un emendamento all'assestamento di bilancio. "Regione Lombardia - ha aggiunto - è arrivata con 9 mesi di ritardo, lasciando troppe persone sole e senza risposte. Continueremo a vigilare perché i diritti delle persone con disabilità non vengano più calpestati e perché non ci siano discriminazioni e diritti negati ai cittadini. Questa battaglia dimostra che quando si uniscono la voce delle famiglie e l'azione politica, i risultati arrivano".