Una vita dietro al piccolo schermo, dalla Rai a Mediaset dopo, fu il primo ad annunciare l’inizio della guerra del Golfo, con uno spartiacque: l’incontro con Silvio Berlusconi, e il culto per lui. L’ascesa e la caduta dell’"invidiato speciale", i guai giudiziari negli ultimi anni di vita, il desiderio di essere sepolto con il Cavaliere nel mausoleo di Arcore. "Eravamo come fratelli, mi ha assunto tanti anni fa con un affetto immenso ed è stato ricambiato da me, eravamo insieme giorno e sera e non erano festini", il messaggio commosso di Emilio Fede dopo la scomparsa dell’ex premier.

"È stato la mia vita", ha spiegato il giorno dei funerali, una delle sue ultime apparizioni in pubblico. Il giornalista si è spento ieri all’età di 94 anni, nella residenza San Felice di Segrate, alle porte di Milano, dove era ricoverato. "Papà ci ha lasciato", ha spiegato una delle due figlie, Sveva, che assieme alla sorella Simona gli è stata accanto fino all’ultimo, nella lunga malattia. Se ne va un pezzo di storia della televisione e anche della politica, un volto entrato nell’immaginario collettivo pure con un cameo, nel ruolo di se stesso, in Paparazzi di Neri Parenti nel 1998. Aneddoti memorabili come l’incontro in gioventù con la star Audrey Hepburn, gaffe, apprezzamenti e critiche, accuse di faziosità per il suo esplicito schierarsi e per il culto berlusconiano.
Un personaggio controverso, discusso e sempre fuori dagli schemi fino alla caduta in disgrazia. I guai giudiziari, il clamoroso divorzio da Mediaset e gli ultimi anni trascorsi senza stare lontano dal giornalismo. Un crepuscolo legato al caso Ruby, alla "cene eleganti" nella villa di Berlusconi ad Arcore, e ai nomi dell’agente dello spettacolo Lele Mora e dell’ex igienista dentale Nicole Minetti. Nel 2019 Fede fu condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione dell’ex modella marocchina Karima El Mahroug. Una pena scontata ai domiciliari a causa dell’età avanzata e delle condizioni di salute, con l’episodio dell’evasione del giugno 2020, quando fu arrestato a Napoli mentre stava cenando in un ristorante con la moglie (la giornalista ed ex senatrice Diana De Feo scomparsa nel 2021), per festeggiare il suo 89esimo compleanno.

Nato in Sicilia, a Barcellona Pozzo di Gotto, il 24 giugno 1931, figlio di un maresciallo dei carabinieri e di una cantante d’opera, Fede muove i suoi primi passi nella carta stampata a Roma fino al debutto in Rai a metà anni ’50, conduttore a contratto del programma “Il circolo dei castori“ con Enza Sampò e Febo Conti, punto d’inizio di una carriera nella tv di Stato in bianco e nero. Per otto anni è inviato in Africa, raccontando la decolonizzazione e le guerre. Anni che gli costano anche un soprannome, "Sciupone l’africano", per le sue note spese esorbitanti.
Storica la sua inchiesta sull’uso di un farmaco per gonfiare la carne, la "tv del dolore" nata con le dirette a Vermicino sui vani tentativi di salvare la vita al piccolo Alfredino, caduto in un pozzo. In Rai conosce Diana De Feo, figlia dell’allora potentissimo vicepresidente della tv di Stato Italo De Feo, dalla quale avrà due figlie, Sveva e Simona. E diventa così "l’ammogliato speciale", altro soprannome entrato negli annali. Coinvolto in una vicenda di gioco d’azzardo - finita con l’assoluzione - nel 1987 lascia la Rai, per approdare a TvA e poi, nel 1989, alla Fininvest, alla corte di Berlusconi al quale farà sempre professione di assoluta fedeltà, legando il suo nome agli anni d’oro delle tv private. Lo scoop sull’attacco americano a Baghdad, seguito dall’altro “colpo“ giornalistico sulla cattura dei piloti italiani Bellini e Cocciolone.
Con Paolo Brosio è protagonista di collegamenti-gag fuori dal Palazzo di giustizia negli anni di Tangentopoli. Celebri le sue sfuriate, svelate da Striscia la Notizia, contro giornalisti e tecnici del Tg4. Dopo una prima cacciata nel 2010 da Cologno Monzese, rientrata per intercessione del Cavaliere, Fede lascia definitivamente Mediaset nel 2012, per l’esplosione di un nuovo scandalo con l’accusa di aver esportato capitali in Svizzera, e viene sostituito alla guida del Tg4 da Giovanni Toti. Su uno degli strascichi giudiziari di quella vicenda ha messo la parola fine nel 2021 la Cassazione, confermando a carico di Fede la condanna per tentata estorsione nell’ambito del processo per il fotoricatto nei confronti di Mauro Crippa, il direttore generale dell’informazione di Mediaset.
L’ascesa e la caduta, gli scandali e i processi, i libri e l’avventura in politica, che lo ha portato a fondare movimenti di scarso successo dopo la candidatura negli anni ’80 nelle file del Psdi. "Ogni mattina leggo i necrologi. Se non c’è il mio nome, vado a farmi la barba", scherzava Emilio Fede, esorcizzando con l’ironia la paura della morte. Una scomparsa seguita da centinaia di messaggi di cordoglio, ricordi personali e aneddoti, dal presidente del Senato Ignazio La Russa al ministro e leader di Forza Italia Antonio Tajani. "Una generazione – ricorda Bruno Vespa – da cui tutti noi abbiamo imparato qualcosa". I funerali si svolgeranno domani presso la parrocchia Dio Padre a Milano 2.