ENRICO SALVADORI
Cronaca

Paolo Brosio ed Emilio Fede, un rapporto di amore e odio: “Ricordo le sfuriate dallo studio. Ma voleva solo il meglio”

L’ex inviato del Tg4 protagonista di decine di siparietti in collegamento con Fede. “Non aveva un carattere facile. Ma è sempre stato un grande professionista”

Paolo Brosio ed Emilio Fede, un rapporto di amore e odio: “Ricordo le sfuriate dallo studio. Ma voleva solo il meglio”

Forte dei Marmi (Lucca), 3 agosto 2025 – ​​​​​Un rapporto di amore e odio ma alla fine prevaleva quella che era la stima reciproca perché in fin dei conti Emilio Fede credeva nelle qualità di cronista di razza di Paolo Brosio e lui da inviato stimava il direttore che lo ha valorizzato.

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Paolo Brosio davanti al Palazzo di Giustizia di Milano ai tempi di Tangentopoli

Un giorno triste perché se ne è andata una persona che credeva in lei…

“Andai a lavorare a Milano – spiega Brosio – dopo le esperienze importanti nella carta stampata. L’allora Fininvest apriva i telegiornali e cercavano cronisti svegli. Al colloquio ho capito che stava per iniziare un’avventura importante anche se il carattere di Emilio non era facile. I suoi rimproveri in diretta non me li dimenticherò mai. Li faceva perché era un grande professionista e voleva sempre il meglio”.

In realtà la parola fondamentale per arrivare in Fininvest fu quella di Silvio Berlusconi.

“Ho conosciuto Berlusconi come presidente del Milan perché ero il capo ufficio stampa del Pisa di Romeo Anconetani e lo incontrai in Toscana. Gli dissi che mi sarebbe piaciuto lavorare in tv e lui si informò su chi fossi e sul mio curriculum. Mi fece contattare dalla sua instancabile segretaria Marinella Brambilla e organizzò l’incontro con Fede”.

La carriera di Paolo Brosio ha una svolta con l’inchiesta di Mani Pulite.

“Ero inviato sulle tracce della mummia di Similaun trovata da alcuni alpinisti tedeschi al confine tra Italia e Austria. Mi arrivò la telefonata del direttore che mi diceva di rientrare immediatamente a Milano perché era stato arrestato Mario Chiesa e si capiva che stava emergendo quello scandalo che avrebbe terremotato la politica italiana. Da lì quei collegamenti in diretta di fronte al Tribunale di Milano con il tram che passava alle mie spalle. I passeggeri mi prendevano in giro ma non ci facevo caso perché Fede voleva ogni dettaglio sull’inchiesta per tutto il giorno. Abbiamo fatto anche dieci collegamenti al giorno e quei siparietti tra me e lui che sono diventati cult. Quando Berlusconi fu interrogato dal procuratore Borrelli io mi ero addormentato in sala stampa perché avevo fatto tardi alla discoteca Hollywood. Il direttore mi fece svegliare da altri colleghi e si arrabbiò. Rimediai un solenne cazziatone. Nelle nostre redazioni a Milano 2 durante l’inchiesta arrivò spesso la Finanza per le perquisizioni. Lui diceva che eravamo sotto assedio”.

In precedenza c’era stata la tragedia del Moby Prince a Livorno ed Emilio Fede fu contento per lo scoop di Paolo Brosio.

“Ricordo la sua gioia quando riuscì a recuperare una cassetta Vhs che era rimasta intatta e dove si vedevano le ultime immagini girate sul Moby Prince da una guardia carceraria di Pisa che stava rientrando in Sardegna e che purtroppo morì nel rogo. Era una documentazione importantissima, poi acquisita anche dai magistrati. Si sentiva chiaramente il rumore di un’esplosione e le perizie foniche riuscirono a stabilire che poteva trattarsi di esplosivo Semtex. Tirammo fuori questa notizia che nessuno aveva ed Emilio era contento”.

Ma anche i servizi come inviato da Emilio Fede in tanti scenari di guerra sono stati immagini di televisione vera.

“Mi spedì sugli scenari della guerra del Golfo ma soprattutto sul conflitto nei Balcani. A Mostar preparavo servizi con filmati sotto le bombe dell’assedio. Pochi giorni dopo fecero saltare il ponte ed eravamo lì. Fede mi fece i complimenti”.

Non fu così quando Paolo Brosio comunicò al suo storico direttore che lasciava Mediaset per Rai 2 e “Quelli che il calcio”.

“Era furibondo. Mi tirò una macchina da scrivere per la rabbia ma poi ci abbracciammo. Di lui avrò sempre un gran ricordo”.