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La Lombardia e il patentino per 26 razze di cani. Chi paga? E cosa succede se non si passa l’esame?

La presidente dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) Carla Rocchi: “Legge di buona volontà, ma pericolosità degli animali dipende da una serie di fattori educativi e ambientali. E restano aspetti da chiarire”

Un rottweiler (foto repertorio Ansa)

Un rottweiler (foto repertorio Ansa)

Milano, 26 giugno 2025 – Nei giorni scorsi il Consiglio regionale lombardo ha approvato una proposta di legge al Parlamento per introdurre un patentino obbligatorio per i proprietari di 26 tipologie di cani. La proposta prevede un corso formativo obbligatorio strutturato in due moduli, parte teorica e parte pratica per i padroni di cani terrier di tipo bull, molossoidi e altre tipologie ritenute impegnative. Inoltre, le norme presentate elencano i divieti e gli obblighi dei proprietari e le disposizioni per la riproduzione, la vendita e la cessione dei cani e prevede campagne di sensibilizzazione pubblica e d'informazione scolastica. Volete saperne di più? Ecco nel dettaglio cosa prevede la misura.

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Ecco la lista delle razze di cani interessate: Dogo Argentino, Fila Brasileiro, Tosa giapponese, American Pit Bull Terrier, Bull Terrier, American Staffordshire Terrier, Bullmastiff, Rottweiler, Cane corso, American Bulldog, Cane da pastore di Charplanina, Cane da pastore dell’Anatolia, Cane da pastore dell’Asia Centrale, Cane da pastore del Caucaso, Cane da pastore Maremmano Abruzzese, Cane da pastore Belga Malinois, Pastore Tedesco, Rafeiro do alentejo, Rhodesian Ridgeback, Tosa Inu, Bandog, Boerboel, Akita Inu, Akita Americano, Cane Lupo Cecoslovacco, Cane Lupo di Saarloos.

Un rottweiler
Un rottweiler

Come spesso accade in questi casi la novità ha suscitato un forte dibattito anche tra i social (specialmente tra chi ha in famiglia un quattrozampe, ma non solo) con posizioni favorevoli, contrarie e chi suggerisce integrazioni o cambiamenti alle norme. Non sono mancate – ovviamente – anche le reazioni da parte di chi, come l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) opera in prima linea. La presidente nazionale dell’Enpa Carla Rocchi ha spiegato: “Ho l'impressione che sia una legge sicuramente di buona volontà, ma molto di bandiera, perché le difficoltà ci saranno caso per caso".

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"Il tentativo di creare un 'patentino' fu fatto già in passato – ha spiegato la numero uno dell’Ente Nazionale Protezione Animali all’Adnkronos –. Come protezione animali abbiamo sempre criticato che la pericolosità si addossi alla razza in quanto tale, ma non è così. La pericolosità dei cani dipende da una serie di fattori educativi e ambientali", ha sottolineato Rocchi. "Se la Lombardia si sente più tranquilla con questa proposta di legge, - ha osservato la presidente - cosa possiamo dire? Tuttavia, non risolve la questione, anche perché non è esplicito da chi sarà finanziato il percorso formativo per i proprietari dei cani promesso dalla proposta". E poi, ha affermato Rocchi, "concluso questo percorso, cosa succede se il padrone non supera l'esame? Chi prenderà in carico i cani, la Regione Lombardia? A questo molto spesso si risponde chiamando in causa l'affido a strutture rifugio, di cui la Lombardia ha una rete ricca, ma è molto facile ipotizzare casi di teorici. Non c'è un automatismo tra i sequestri e l'attribuzione del cane a una struttura se non c'è sicurezza di chi copre i costi".

Un cane lupo cecoslovacco
Check Wolfdog lying is grass

Sul testo della proposta di legge n.4 il Consiglio regionale ha presentato alcuni emendamenti, approvati ieri, di cui uno stabilisce che l'obbligo di un 'patentino' non riguarda i proprietari di cani iscritti al libro genealogico dell'Enci, cioè i cani che hanno il pedigree. Secondo Carla Rocchi "se si punta sulla razza, allora deve essere la priorità. Se si punta, invece, sul fatto che un cane di razza se è iscritto a un registro non è considerato pericoloso, mentre se non lo è diventa pericoloso, a me sembra un criterio quantomeno labile". Tutto ciò, secondo la presidente Enpa, "ha poco senso. Anche perché sono le circostanze della vita che rendono un cane potenzialmente pericoloso. È legittimo che l'Enci voglia tutelare la sua attività, ma ci si chiede: o sono pericolose le razze, e allora non importa da dove vengono, oppure se l'iscrizione a un elenco le rende non pericolose, allora la legge dovrebbe discriminare i cani buoni e cattivi a seconda che siano iscritti o no agli elenchi".