Milano, 2 settembre 2025 – Era il 16 gennaio 1991. Era il primo giorno del telegiornale di Italia 1, Studio Aperto. Emilio Fede dà un buco enorme a tutti gli altri Tg: annuncia in diretta l’inizio della Guerra del Golfo con l’attacco delle truppe Usa all’Iraq di Saddam Hussein. "Hanno attaccato, hanno attaccato”. Rimarranno nella storia dell’informazione Tv le parole pronunciate durante quel Tg.
"Fu un momento di grande emozione ma anche di grande paura per una guerra che avremmo pagato cara, una guerra infinita. Sapevo che scadeva l'ultimatum e con Silvia Kramar, collega bravissima, ci siamo messi in ascolto e abbiamo catturato il momento del bombardamento di Baghdad prima degli altri colleghi", aveva raccontato Fede in un'intervista.
E l’inizio dell’operazione “Desert Storm” è stato solo uno dei tanti meriti professionali di Emilio Fede morto oggi all’età di 94 anni. Non solo. Qualche mese dopo altro buco: è il primo in tv a dare la notizia della cattura dei due piloti italiani Bellini e Cocciolone.
Fede è stato infatti direttore del TG1, Studio Aperto e ha condotto il TG4 dal 1º giugno 1992 al 28 marzo 2012. Una doppia vita professionale. Nella prima c'è il Fede giornalista della tv di Stato, la Rai, che si forma in quella straordinaria palestra che fu il Tv7 di Sergio Zavoli, del Fede inviato di guerra in Africa, delle mine in Angola esplose ad un passo dai suoi piedi, delle sue inchieste. Nella seconda c'è l'esperienza di Fininvest ma anche le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il cerchio magico berlusconiano svelando i party di Arcore.
Da giornalista ebbe anche il merito, durante la direzione del Tg1, di decide di seguire la sorte del piccolo Alfredino Rampi con una lunga diretta; posiziona le telecamere dinanzi quel pozzo di Vermicino che inghiotte un bimbo di sei anni e le speranze di un'Italia incollata alla tv.
Una diretta che segnerà le coscienze degli italiani cambiando la Tv italiana (qualcuno sostiene essere stato l’inizio della “Tv del dolore”) che fece capire la potenza della televisione. Una diretta fiume in un’epoca in cui le trasmissioni Rai cominciavano nel pomeriggio e di chiudevano verso la mezzanotte. Prima del caso di Vermicino fu ancora lui a condurre il primo Tg a colori della Tv italiana su Rai 1.