
Andrea Sempio, Chiara Poggi e Alberto Stasi
Garlasco, 11 settembre 2025 – Una tappa importante nel percorso di un’inchiesta che promette di essere ancora lunga. Sull’eventuale presenza di Dna maschile sotto i resti delle unghie di Chiara Poggi e la possibilità di collegarlo al “nuovo” indagato Andrea Sempio puntano molto gli inquirenti della procura di Pavia e, in subordine, gli avvocati di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio della fidanzata, assassinata a 26 anni il 13 agosto 2007 a Garlasco.
I pochi dati grezzi che non sono stati allegati alla perizia del professor Francesco De Stefano saranno presto consegnati, probabilmente già la prossima settimana, alla perita e genetista Denise Albani che si sta occupando dell'omicidio e del nuovo fascicolo che vede indagato Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, fratello della ventiseienne uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. A dare la notizia è l'Adnkronos.
L’istanza collegata
Si tratta di uno degli elementi centrali dell'incidente probatorio e proprio la necessità di avere a disposizione tutti i dati - l'accertamento sarà sulla carta visto che le unghie sono state consumate nel precedente tentativo di estrarre possibili tracce genetiche maschili - ha portato alla richiesta di una proroga degli approfondimenti; richiesta su cui dovrà pronunciarsi la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli nell'udienza fissata per il prossimo 26 settembre.
L'eventuale presenza di Dna maschile e la possibilità di compararlo con quello di possibili sospettati resta il nodo della nuova inchiesta di un delitto che ha già il colpevole: Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio. Nel processo d'appello bis contro l'allora fidanzato si acquisì anche la perizia di De Stefano e le parti - compresa la difesa di Stasi - conclusero sull'impossibilità di attribuire un'identità a una traccia genetica degradata e che restituiva risultati incostanti.

I precedenti “flop”
Ora la Procura di Pavia e gli stessi avvocati del condannato sono convinti di poter attribuire a Sempio il Dna trovato sui margini delle unghie di Chiara Poggi. Di parere contrario i legali dell'indagato e della famiglia Poggi. Sotto le unghie di Chiara Poggi, l'esame fu svolto dal Ris di Parma, non si trovò nessun Dna.
Successivamente, nella caccia al killer, si decise di provare a raccogliere e analizzare i frammenti di tutte le unghie delle due mani ma la perizia non portò a poter attribuire a un soggetto maschile nessuno dei due Dna degradati rilevati dal laboratorio.
Ora spetterà alla perita Albani decidere in che modo procedere all'analisi degli elettroferogrammi, i grafici che visualizzano i dati grezzi del sequenziamento del Dna sotto forma di picchi, e quindi stabilire se procedere a un confronto.