
Da sinistra l’assessore regionale Alessandro Beduschi e il commissario straordinario per la psa Giovanni Filippini
Da oltre un anno non si registrano casi di peste suina africana negli allevamenti e il virus è in deciso calo nei cinghiali. "La situazione epidemiologica è oggi radicalmente migliorata – ha detto l’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia Alessandro Beduschi, dopo incontrato a Palazzo Lombardia il commissario Giovanni Filippini – e i dati consentono di essere fiduciosi per chiedere la revisione delle aree più colpite, come nel caso della provincia di Pavia, ma anche nelle zone sottoposte a restrizione nel lodigiano e cremonese. Sarebbe un passo fondamentale per restituire prospettiva agli allevatori dopo tre anni di sacrifici e blocchi commerciali". Mercoledì 17 il commissario straordinario per la psa, Giovanni Filippini, sarà a Bruxelles per presentare alla Commissione europea la richiesta di riduzione delle zone di restrizione in Lombardia. Durante l’incontro con il commissario è stato fatto il punto sugli interventi di biosicurezza sostenuti da Regione e ministero dell’agricoltura, sovranità alimentare e foreste. Grazie al contributo decisivo del mondo venatorio nel contenimento dei cinghiali, all’aumentata ricerca delle carcasse grazie all’utilizzo dei cani molecolari e alla realizzazione di recinzioni lungo i corridoi autostradali, è stato possibile ridurre la circolazione del virus e la pressione della fauna selvatica. "L’obiettivo – ha concluso Beduschi – è riportare gradualmente il settore alla normalità, senza perdere identità e capacità produttiva. La Lombardia resta un pilastro della suinicoltura nazionale e siamo determinati a garantire alle nostre imprese le condizioni per tornare a competere e crescere".
La provincia di Pavia è stata molto duramente colpita dalla peste suina e dalle relative restrizioni. Dopo il primo caso del 2023 sono stati diversi i focolai che hanno portato all’abbattimento di 41.629 capi il primo anno e di 62.121 nel 2024. Ammontano a 39 milioni di euro i danni, 170 le aziende colpite alle quali sono stati erogati indennizzi che non sono nemmeno lontanamente sufficienti a sostenere queste imprese. A seguito dei focolai, la Procura di Pavia ha avviato un’indagine penale, che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di un allevatore e di un medico veterinario per presunte violazioni delle norme di biosicurezza. Nel frattempo, per contenere la diffusione del virus, sono state adottate misure urgenti, come quelle che vengono attuate per definire e istituire zone di protezione, sorveglianza e restrizione. Misure che ora si chiede di allentare.