
I grandi arazzi prestati dal Museo e Real bosco di Capodimonte a Napoli
Mai prima d’ora erano arrivati nella città che li ha ispirati. In occasione del 500° anniversario della battaglia di Pavia, invece, fino all’11 gennaio in una sala del castello visconteo si possono ammirare tutti i sette arazzi che raccontano lo scontro tra l’esercito spagnolo e quello francese. Dopo un importante intervento di restauro e tre grandi mostre negli Stati Uniti, le opere sono esposte in una sala dei Musei civici del castello visconteo per restituire al pubblico la narrazione visiva completa della battaglia, immortalata con una sensibilità pittorica e simbolica di sorprendente modernità. Eccezionalmente concessi tutti in prestito per l’occasione dal Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, gli arazzi monumentali tessuti negli anni 1528-1531 dalla manifattura fiamminga di Jan e Willem Dermoyen su disegni di Bernard van Orley, per celebrare la vittoria delle truppe imperiali di Carlo V sull’esercito francese guidato da re Francesco I, rappresentano il punto di forza della mostra “Pavia 1525: le arti nel Rinascimento e gli arazzi della battaglia“. "L’Europa policentrica come la conosciamo oggi - ha spiegato Eike Schmidt, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte - risale alla battaglia di Pavia, altrimenti ci sarebbe stata un’egemonia francese. E non solo, hanno vinto gli archibugeri contro la cavalleria mettendo fine alla guerra medievale sperimentando così le armi da fuoco e scrivendo un nuovo capitolo nelle vicende dell’Italia e del Vecchio Continente". Con una cura del dettaglio quasi maniacale, i pannelli di notevoli dimensioni raccontano che cosa è accaduto in quel 24 febbraio 1525. "In un arazzo - ha sottolineato l’assessora alla cultura Cristina Barbieri - viene raccontata minuziosamente la cattura di Francesco I, dopo il ferimento del suo cavallo. È stata colta l’espressione del sovrano francese mentre tre cavalieri si prodigavano per risollevarlo visibilmente tramortito per l’abbattimento del suo cavallo". Negli arazzi si vede Pavia, raffigurata come una città fortificata e anche il castello di Mirabello dove è stata combattuta la battaglia. Per il suo valore scientifico e culturale, la mostra ha ottenuto l’Alto patronato della presidenza della Repubblica e il sostegno di realtà come Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo e Fondazione Bracco. "Per la prima volta dopo quasi cinquecento anni - ha sottolineato il sindaco Michele Lissia - Pavia può ammirare lo splendore dei sette arazzi. Li abbiamo conosciuti nei libri o a Capodimonte, ma mai riuniti qui. I dettagli hanno persino consentito nei secoli di ricostruire aspetti della battaglia altrimenti ignoti. È un grande orgoglio per la città".