MANUELA MARZIANI
Cronaca

Quel fermento artistico. La rassegna celebra la figura di de’ Bardi

Esposto il coro ligneo intarsiato recuperato dalla chiesa di San Marino. Una sezione è dedicata allo straordinario cantiere della Certosa.

I nuclei intorno a cui si sviluppa il percorso sono la Certosa il Duomo, la città Una sezione è dedicata infatti allo straordinario cantiere della Certosa di Pavia il più emblematico degli ambiziosi progetti dei duchi nella loro seconda capitale Un’altra sezione si incentra sulla ricostruzione della cattedrale pavese

I nuclei intorno a cui si sviluppa il percorso sono la Certosa il Duomo, la città Una sezione è dedicata infatti allo straordinario cantiere della Certosa di Pavia il più emblematico degli ambiziosi progetti dei duchi nella loro seconda capitale Un’altra sezione si incentra sulla ricostruzione della cattedrale pavese

Tra la fine del Quattrocento e il 1525 c’era uno straordinario momento storico-artistico. La prima sezione della mostra consente proprio di approfondire il fermento artistico dell’epoca. La rassegna si apre con la figura di Donato de’ Bardi, pittore attivo in prevalenza in Liguria, ma che orgogliosamente si firma “Papiens“, evocato in mostra quale precursore dello sviluppo dell’arte rinascimentale e fondamento per tutta la pittura lombarda del Quattrocento. Splendido il coro ligneo intarsiato e dipinto che è stato recuperato dalla chiesa di San Marino a Pavia dove si trovava abbandonato. I nuclei intorno a cui si sviluppa il percorso sono: la Certosa, il Duomo, la città. Una sezione è dedicata infatti allo straordinario cantiere della Certosa di Pavia, il più emblematico degli ambiziosi progetti dei duchi nella loro seconda capitale. Nella sua magnificenza di marmi e pale d’altare, la Certosa costituisce un cantiere cardine per l’arte lombarda, anche per la presenza dei capiscuola dell’arte della regione, come Bergognone, e di alcuni dei maggiori maestri italiani del tempo, primo fra tutti Perugino. Un’altra sezione si incentra sulla ricostruzione della cattedrale pavese. L’impresa fu la conseguenza di un vero moto di orgoglio civico che vide i pavesi, i presuli residenti alla corte di Roma e i signori del ducato impegnati a finanziare il cantiere di una chiesa che si voleva più bella di Santa Sofia a Costantinopoli. Il risultato fu un concorso straordinario di artisti sulla scena pavese, tra cui Bramante, Leonardo, Francesco di Giorgio Martini e altri che furono incaricati di occuparsi del progetto. Oltre all’Incisione Prevedari, la rarissima stampa eseguita su disegno di Bramante, sono stati concessi in prestito alcuni preziosissimi disegni di Leonardo, che rievocano i soggiorni pavesi del maestro con studi su chiese a pianta centrale, sui cavalli di Galeazzo da Sanseverino e sul tema dell’antica statua equestre del Regisole, con fogli eccezionalmente prestati dalle collezioni reali di Windsor.