
Chiara Poggi e Andrea Sempio. Al centro, i passi che avrebbe fatto l'assassino
Garlasco (Pavia), 22 luglio 2025 – Un altro tassello nella storia, lunga quasi diciotto anni, del delitto di Garlasco. È attesa per domani mattina, mercoledì 23 luglio, in Tribunale a Pavia, l'udienza per il conferimento dell'incarico sugli accertamenti dattiloscopici decisi dal gip Daniela Garlaschelli nell'ambito del nuovo filone di indagine sul delitto di Chiara Poggi, uccisa nella villetta di famiglia in via Pascoli il 13 agosto 2007, che vede come unico indagato per omicidio in concorso Andrea Sempio. Ad essere nominato, alla presenza delle parti, sarà un perito dattiloscopista.

Delitto di Garlasco: quali sono le nuove analisi
I test dell'incidente probatorio in corso a Milano, infatti, prevedono solo analisi biologiche per la forte opposizione a nuovi esami dattiloscopici in quel contesto da parte della difesa di Sempio. Ora però, su richiesta della Procura della Repubblica di Pavia, il giudice ha concesso accertamenti di quel tipo su alcuni dei reperti di 18 anni fa già oggetto di analisi come le confezioni di tè, cereali e yogurt. Le nuove analisi riguarderanno anche i fogli di acetato che contengono tracce papillari repertate all'epoca.
Per ora nessuna traccia di Andrea Sempio
Sui reperti finora analizzati non c'è traccia del nuovo indagato che deve rispondere dell'omicidio in concorso - con "altri soggetti o con Alberto Stasi", l'allora fidanzato condannato a 16 anni di carcere - per aver ucciso la ventiseienne "con reiterati colpi inferti con un corpo contundente", cioè una sola arma, come si legge nel capo di imputazione. A più di un mese dal via all'incidente probatorio nessuna delle 60 impronte (prive di sangue) trovate nella villetta di Garlasco è riconducibile a Sempio.
I due dna maschili sotto le unghie di Chiara Poggi
Da esaminare restano i frammenti di unghie della vittima dove, secondo la difesa di Stasi e la Procura di Pavia, ci sono due Dna maschili di cui uno attribuibile a Sempio. Si tratta di approfondimenti che verranno svolti dagli esperti solo sulla carta: le unghie sono state interamente utilizzate durante la perizia affidata dai giudici dell'appello bis al genetista Francesco De Stefano. Il perito, con il parere positivo dei consulenti (anche di Stasi), stabilì che la traccia genetica non era attribuibile a nessuno.
Il caso della “traccia 33”
Nel contempo è anche emerso che la parte di 'Traccia 33', attribuita dall'accusa ad Andrea Sempio e isolata sulla parete delle scale che portano alla cantina della villetta del delitto dove è stato trovato il corpo di Chiara, che era stata grattata allora dal muro sarebbe andata distrutta. Non essendo tra i reperti del Ris di Parma la Procura di Pavia, rigettando una richiesta di analisi, ha dichiarato che "è stata interamente utilizzata" e quindi non sarebbe più disponibile per accertamenti biologici.