
L'immagine dell'impronta nella relazione dei Ris mai attribuita a nessuno fino alla riapertura dell'inchiesta. Ora per gli inquirenti è la traccia lasciata da Andrea Sempio sul luogo del delitto
Garlasco (Pavia), 20 maggio 2025 – Nuova svolta nel delitto di Garlasco? Stando agli ultimi accertamenti scientifici disposti dalla Procura di Pavia sarebbe stata rinvenuta l'impronta della mano di Andrea Sempio, al momento unico indagato, accanto al corpo di Chiara Poggi. La notizia è apparsa sui social del Tg1. Dell'impronta sul muro si parla nella perizia disposta dagli inquirenti, a quanto si apprende, anche al centro dell'interrogatorio di oggi di Alberto Stasi.

L’impronta
L’impronta compatibile con quella di Andrea Sempio è sul muro delle scale che portano in taverna, vicino al luogo dove è stata trovata senza vita Chiara Poggi, il 13 agosto 2007. Ed è stata individuata dalla nuova indagine sul delitto della giovane, con una nuova consulenza dattiloscopica disposta dalla Procura di Pavia. Sempio all'epoca del delitto frequentava la villetta di via Pascoli in quanto amico del fratello della vittima.

Pm: “Per i Ris impronta inutile”
La traccia oggi attribuita in una perizia della procura di Pavia ad Andrea Sempio, indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, compare fin dalla prima inchiesta del delitto di Garlasco del 2007 e viene catalogata dagli esperti – incaricati dai magistrati che hanno indagato nella villetta di via Pascoli - come traccia dattiloscopica, classificata con il numero 33. Si evidenzia come si tratti di "parte della traccia completamente priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti dattiloscopici è stata asportata dal muro grattando l'intonaco con un bisturi sterile” si legge nella relazione del Ris di Parma. Impronta dunque su cui gli esperti hanno tentato da subito di trovare elementi utili per risolvere il caso.
“La traccia è stata testata con il combur test che ha fornito esito dubbio e con l'Obti test (quello più affidabile nel rintracciare il sangue, ndr) che ha fornito esito negativo". Dunque non è un'impronta palmare insanguinata. Di più, nella relazione dei carabinieri del Ris di Parma si fa un riassunto preciso, impronta per impronta, di tutte quelle catalogate lungo il muro della scala di via Pascoli, oltre venti (foto da 31 a 56). Quattro sono attribuibili al carabiniere Gennaro Cassese, una a Marco Poggi fratello della vittima e la traccia 33 - che ora sembra diventare centrale in questa inchiesta - è un'impronta palmare la cui utilità è “nessuna” scrive il Ris. Da quanto si apprende la nuova consulenza è stata fatta sulle foto.
I carabinieri nel 2020: “È l’impronta dell’assassino”
Se queste erano le conclusioni di chi indagava nel 2007, nel 2002 le cose cambiano. "È logico-fattuale che l'impronta sulla parete delle scale appartenga all'assassino". Così scrivevano i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano in un'annotazione del luglio 2020, parlando di quel "contatto papillare numero 33". Impronta che ora, nelle nuove indagini su Andrea Sempio e attraverso una consulenza disposta dai pm di Pavia, è stata attribuita all'amico del fratello di Chiara Poggi. L'informativa del 2020 faceva parte del fascicolo che fu archiviato quello stesso anno, di fatto la seconda archiviazione per Sempio, anche se formalmente non era indagato come nel 2016-2017. I carabinieri scrissero cinque anni fa che su quella impronta sulla parete destra della scala non venne fatta nemmeno una indagine "biologica" per accertare se la mano fosse sporca di sangue..
Il giorno degli interrogatori
L'esclusiva del Tg1 arriva nel giorno degli interrogatori in Procura a Pavia, dove l'indagato però non si è presentato “per un vizio di procedura nell'atto di convocazione inviato dalla procura pavese”. Invece ha risposto a tutte le domande Alberto Stasi (unico condannato per il delitto di Garlasco, ora in semilibertà), convocato anche lui ma in qualità di testimone assistito con i suoi due avvocati. In una caserma del Veneziano è invece avvenuta l’audizione come teste di Marco Poggi, fratello di Chiara. Il giovane vive e lavora a Mestre.
Andrea Sempio non si è presentato per un errore "burocratico" della Procura: “Invito da parte della Procura – ha spiegato l'avvocata di Sempio, Angela Taccia – era carente dell'avvertimento necessario ex art. 375 comma 2 lettera D. Praticamente in questo invito non c'era l'avvertimento previsto invece per legge: siccome manca uno dei requisiti del contenuto dell'atto (cioè dell'invito), abbiamo eccepito la nullità. Sempio quindi poteva così non presentarsi. In altre parole, l'atto è viziato da un tipo di nullità prevista dal codice. Per questo Sempio aveva il diritto di non presentarsi”.
Al termine dell’interroigatorio di Alberto Stasi, invece, il suo legale, Antonio De Rensis, ha detto: “Giornata assolutamente positiva. Non posso assolutamente dire nulla sugli argomenti perché ovviamente c'è un'indagine in corso. Quello che posso dire è che abbiamo risposto a tutte le domande e che siamo molto contenti di essere venuti. È durato il tempo giusto. Siamo molto soddisfatti. Non posso parlare del futuro, parlo del presente: continuo a dire che ho grande fiducia e grande rispetto per chi sta lavorando. Sicuramente è stata una giornata assolutamente positiva”.