
Il regime di detenzione conosciuto come “carcere duro“ prevede celle singole limitazione di contatti e colloqui
VIGEVANO (Pavia)Per ora certezze non ce ne sono. C’è invece la preoccupazione che le voci siano sono l’anticipazione di quello che avverrà. Esisterebbe infatti la concreta possibilità che la casa di reclusione di Vigevano possa ospitare un numero considerevole di detenuti sottoposti al 41-bis, il regime di detenzione conosciuto come "carcere duro", che prevede celle singole, limitazione dei contatti e dei colloqui, applicato soprattutto per soggetti condannati per reati legati alla criminalità organizzata e al terrorismo. Il tema era già emerso a giugno quando si era dibattuto della possibilità di chiudere la sezione femminile per lasciarla, dopo gli opportuni interventi di ristrutturazione, ai detenuti soggetti al 41-bis tanto che sul tema Silvia Roggia, deputata e segretaria regionale lombarda del Pd, aveva presentato un’interrogazione per dare voce alle preoccupazioni che un simile cambiamento potrebbe procurare sulla gestione della struttura, sull’impiego del personale e più in generale sul territorio.
"Quanti saranno i detenuti sottoposti al 41-bis che arriveranno a Vigevano? – è l’interrogativo che si pone Arianna Spissu, capogruppo del Pd in Consiglio comunale –. In Italia sono circa 700, per Vigevano si parla di almeno 130 persone in prima battuta. Siamo una piccola città. È pensabile che con i detenuti arrivino le famiglie con ricadute sia sul piano logistico che sociale che non si possono non considerare". "Per fare posto ai nuovi detenuti – aggiunge – saranno trasferite le circa 50 detenute della sezione femminile che in questi anni hanno lavorato in carcere o sono state inserire in progetti di recupero. Ci sono poi i problemi legati al personale: i detenuti al 41-bis sono gestiti da un Gruppo Operativo Mobile dedicato. Questo significherà tagli e trasferimenti dell’attuale personale in forza alla casa di reclusione?" Interrogativi che, almeno per il momento, non avranno risposta. "Sull’argomento non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale – fa sapere il sindaco Andrea Ceffa – anche se non sono dovute perché sono decisioni assunte direttamente dal Ministero e a livello nazionale. Posso dire che se le cose dovessero andare così come si dice siamo pronti a prenderci carico delle questioni che dovessero emergere. Del resto come amministrazione abbiamo sempre collaborato con le iniziative promosse dal carcere".