
Una protesta dei detenuti del carcere minorile milanese Attualmente sono circa 70 i giovanissimi reclusi al Beccaria
Le indagini hanno fatto emergere una situazione "gravissima", in un istituto penale per i minorenni che sconta ancora criticità legate al "sovraffollamento dovuto anche al decreto Caivano" e al giro di vite su alcuni reati. Un carcere minorile dove vivono una settantina di detenuti giovanissimi, con alle spalle storie di disagio e violenza. Francesco Maisto, Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Milano, trasmettendo alla Procura le segnalazioni ricevute su quanto avveniva al Beccaria, ha contribuito a dare il via alle indagini a carico di agenti della polizia penitenziaria, ex dirigenti e personale sanitario.
Le ex direttrici Cosima Buccoliero e Maria Vittoria Menenti sono accusate di non aver impedito “le condotte reiterate violente e umilianti“ commesse dagli agenti ai danni di detenuti.
"Bisogna considerare che le due ex direttrici erano distaccate, e quindi non lavoravano tutti i giorni nella struttura. I magistrati verificheranno se qualcosa non ha funzionato nella catena di comando, ma in ogni caso all’epoca era emersa una situazione gravissima. Una situazione che ci era stata segnalata non solo da detenuti ma anche da educatori, operatori del carcere e varie fonti informative. Segnalazioni che noi abbiamo trasmesso alla Procura".
Dall’arresto dei 13 agenti, che l’anno scorso ha fatto esplodere il caso, avete ricevuto altre segnalazioni?
"Non abbiamo ricevuto altri esposti e, per quello che possiamo osservare come soggetti che non sono fisicamente dentro il carcere, la situazione sotto questo punto di vista è migliorata. Credo che il Dipartimento della giustizia minorile abbia messo a fuoco la situazione, mettendo in campo un assetto organizzativo che sembra rispondere alle esigenze emerse dopo le indagini. Noi continuiamo a vigilare, ascoltando persone e cercando di captare i segnali".
Quali criticità restano al Beccaria?
"Oltre al sovraffollamento, peggiorato in seguito al decreto Caivano, notiamo il continuo trasferimento di detenuti in istituti fuori regione, anche a centinaia di chilometri di distanza dal luogo di residenza. Questo è un fatto grave, che riguarda non solo minori non accompagnati senza legami in Italia, ma anche ragazzi con una famiglia alle spalle. I trasferimenti rendono quindi sempre più difficoltose le visite e i contatti. In generale, nel mondo delle carceri, agosto è un mese critico, perché vengono sospese le attività esterne. La necessità di inserire rapidamente nuovo personale di rinforza porta inoltre ad accorciare i corsi di formazione".
Sugli episodi avvenuti al Beccaria hanno influito anche lacune nella formazione degli agenti?
"Direi che dalle indagini sono emersi fatti che vanno ben oltre un semplice deficit nella formazione, che in ogni caso dovrebbe essere potenziata. In questi mesi è emersa anche una circostanza che mi ha stupito".
Quale?
"Il Comune, che ha investito tanto sul Beccaria, non ha attivato l’avvocatura per costituirsi come persona offesa. Noi abbiamo chiesto delucidazioni, senza ricevere risposte. Spero che faccia questo passo, doveroso non solo per le vittime ma anche per gli interessi dell’amministrazione".
Matteo Salvini, nei giorni scorsi, ha proposto un inasprimento delle pene per i minorenni, equiparandoli agli adulti. Che cosa ne pensa?
"La proposta non trova alcun fondamento scientifico, sia nelle scienze psicologiche, sia nel diritto penale, sia nelle politiche criminali, oltre che nella Costituzione. Rispetto alle nuove tipologie di adolescenti arrestati, inoltre, non sarebbe un deterrente".
Andrea Gianni