
Il convegno “Geopolitica e pace“ al Centro pastorale ambrosiano. L’arcivescovo: tanta gente non è più capace di stare con la schiena dritta.
Per due giorni Seveso è stata “al centro del mondo”, ospitando momenti di riflessione sulle guerre che preoccupano e sui ruoli degli organismi internazionali, proposti dalla Diocesi di Milano, alla presenza dell’arcivescovo Mario Delpini. “Geopolitica e pace. Il dovere di immaginare il futuro”, il titolo del convegno che si è svolto nel Centro pastorale ambrosiano (ex seminario) promosso dal Vicariato per la Formazione permanente del Clero. Una due giorni intensa, rivolta in particolare ai sacerdoti più giovani (entro i primi 10 anni dall’ordinazione) ma aperta a tutti. Al tavolo dei relatori c’erano Lucio Caracciolo (fondatore della rivista Limes e docente di Studi strategici nel Dipartimento di Scienze politiche della Luiss) e Andrea Riccardi (storico, fondatore della Comunità Sant’Egidio e già ministro), impossibilitato a essere presente ma collegato da remoto.
Moderatore del confronto Stefano Femminis, responsabile dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali della Diocesi e portavoce dell’arcivescovo, mentre lo stesso Monsignor Delpini ha guidato le conclusioni partendo dal "dovere della profezia". "Occorre sentire la responsabilità che come cristiani, preti e laici abbiamo di interpretare questo nostro tempo. Dio ci chiama a essere profeti, educatori e pellegrini di speranza - ha detto Delpini -. Tanta gente è pronta a obbedire perché non è capace di stare con la schiena dritta come lo sono stati i martiri per la fede. Oggi l’umanità ha bisogno di essere risvegliata alla speranza, di fronte all’incomprensibile vicenda contemporanea". Nella seconda fase dei lavori, ieri mattina, Lucio Caracciolo si è confrontato con monsignor Bernardito Cleopas Auza, da marzo nunzio apostolico all’Unione Europea e già Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite. “L’Onu dov’è oggi? E l’Europa? Come potrebbero muoversi queste realtà come apporto alla pace”, questo il tema del dibattito.
Caracciolo ha evidenziato che "la crisi delle società occidentali è una crisi di coesione sociale che si esprime nella crisi della famiglia come istituzione sociale per eccellenza". Lo stesso Caracciolo ha analizzato la crisi identitaria americana, il ruolo della Cina sempre più preponderante e l’atteggiamento di Putin con un monito: "Ricordiamoci che la distanza tra Trieste e il confine occidentale dell’Ucraina è meno di quella tra Trieste e Napoli". Che può fare la Chiesa? "Già è un segno di speranza che non si sfugga alla realtà – spiega -. Per secoli le chiese locali si sono incarnate nelle guerre, ma tra il ‘900 e il 2000 la pace è divenuta un tema centrale e il fulcro del magistero del vescovo di Roma", ha detto Andrea Riccardi.