
Said Cherrah; a destra, i carabinieri nel parcheggio dove andò in scena il tentato omicidio
Giussano (Monza Brianza), 15 Settembre 2025 – "Ho iniziato a strangolarla, anche con il filo carica batterie" perché "durante il litigio mi sono innervosito". Ma la ex 24enne di Said Cherrah è scappata fuori dall'auto e allora "lui l'ha scaraventata a terra e percossa con una violenza tale da farle perdere i sensi e infine l'ha colpita con un coltello" puntando "al lato del cuore" come lo stesso 26enne ha dichiarato.
Una sequenza agghiacciante quella ricostruita dalla gup del Tribunale di Monza Angela Colella nelle motivazioni della sentenza con cui il 26enne di origini marocchine residente a Broni nel Pavese è stato condannato per tentato omicidio nel processo con il rito abbreviato a 10 anni di reclusione, che si aggiungono agli 11 già inflitti dal Tribunale di Como per avere gettato acido in faccia alla ex, a cui in aula aveva giurato la morte, minacciando anche la legale della giovane.
L’assalto e l'indifferenza
La brutale aggressione risale allo scorso dicembre, quando il giovane ha costretto la 24enne di Erba, anche lei di origine marocchina, a salire sulla sua auto nel parcheggio di un centro commerciale a Giussano. Dalle carte emerge anche l'indifferenza alle urla descritte come "disumane" dei testimoni mentre la giovane fermava le vetture per trovare riparo dalla morte.
Un automobilista ha fatto foto e video, ma non ha chiamato il 112 "perché non ero sicuro di cosa stava succedendo", per poi andarsene a un appuntamento di lavoro e poi decidersi a tornare sul posto a consegnare scatti e filmato ai carabinieri.
Un altro automobilista a cui la 24enne ha bussato al finestrino chiedendo aiuto le ha detto "che era al telefono con il suo capo" e si è allontanato. Poi finalmente è arrivato un angelo custode, un altro automobilista che si è fermato, ha tolto la sicura dalle portiere e l'ha fatta salire, portandola alle scale mobili del parcheggio dove, come aveva chiesto in una telefonata ad un collega, erano state allertati i vigilantes del centro commerciale.
La strategia difensiva
Poi l'intervento dei soccorsi e il trasporto all'ospedale San Gerardo di Monza con il ricovero e una prognosi di 21 giorni. Dopo il tentato omicidio il 26enne era tornato verso casa e aveva chiamato prima i carabinieri dicendo "ho fatto una c...., credo di avere ucciso la mia ex" e poi anche il numero nazionale contro la violenza e lo stalking.
All'avvocato Stefano Grittini poi ha riferito che stava ancora insieme alla ragazza e che si erano dati appuntamento, prima di farsi arrestare. Proprio per questo comportamento collaborativo, al processo il legale di Cherrah aveva chiesto le attenuanti generiche e che l'accusa venisse modificata in quella meno grave di lesioni. "Quello che è certo è che quella tra i due era una relazione tossica e patologica, ci sono i tabulati telefonici a confermarlo e in carcere lei gli faceva avere soldi e regali", ha sostenuto l'avvocato, che sta valutando se ricorrere in appello.