
Il presidio di protesta al Tribunale
Tornano a scioperare i dipendenti precari della giustizia assunti con i fondi del Pnrr. Domani anche la settantina di lavoratori in servizio al Tribunale di Monza incroceranno le braccia per lo sciopero nazionale indetto dalla Fp-Cgil. In Lombardia la mobilitazione si tradurrà in una serie di presìdi davanti ai Palazzi di Giustizia. A Monza l’appuntamento è in via Vittorio Emanuele dalle 9 alle 12. "Si tratta di circa 12mila persone a livello nazionale", ricorda Dino Pusceddu, segretario della Funzione pubblica della Lombardia, ma "solo 3mila hanno garanzia di stabilizzazione, altri 3mila attendono risorse promesse, mentre 6mila rischiano di restare senza lavoro dal 30 giugno 2026". Per il sindacato, la stabilizzazione non è una concessione, ma "una condizione strutturale per garantire ai cittadini un servizio giustizia efficiente e accessibile". In ogni provincia i lavoratori consegneranno ai prefetti una nota con le richieste da trasmettere al Governo. "Le istituzioni locali non possono rimanere in silenzio" avverte la Fp-Cgil. I funzionari dell’Ufficio per il Processo hanno già scioperato lo scorso gennaio davanti al Tribunale di Monza per chiedere l’assunzione a tempo indeterminato. Ma la loro astensione non ha paralizzato le udienze, dove a fare da assistenti in aula sono stati ‘precettati’ i colleghi con contratto stabile della cancelleria. Per loro la stabilizzazione "significa riconoscimento del diritto al lavoro per i precari e rilancio del sistema Giustizia - sostengono i precari monzesi - La preoccupazione per l’incertezza del nostro futuro sta lasciando il posto alla rabbia per l’insensatezza delle scelte del Governo che vuole dilapidare il patrimonio professionale reclutato grazie al Pnrr e a riportare la giustizia a come stava prima dell’enorme lavoro di smaltimento dell’arretrato.
Da un lato si esaltano i risultati raggiunti e dall’altro buttano a mare la metà delle professionalità che questi risultati ha contribuito a raggiungere". Per i cosiddetti Upp "il tempo stringe. Tra meno di 12 mesi scadranno i contratti e verrà lasciato l’ennesimo vuoto di organico. Una scelta che avrà conseguenze anche per il personale a tempo indeterminato, cui aumenteranno i carichi di lavoro".
S.T.