DARIO
Cronaca

Quando l’obolo si fa col Pos e gli integratori

Crippa Forse con Dio non si può ancora parlare al telefonino, anche se a messa c’è sempre qualcuno che lo...

Crippa Forse con Dio non si può ancora parlare al telefonino, anche se a messa c’è sempre qualcuno che lo...

Crippa Forse con Dio non si può ancora parlare al telefonino, anche se a messa c’è sempre qualcuno che lo...

Crippa Forse con Dio non si può ancora parlare al telefonino, anche se a messa c’è sempre qualcuno che lo lascia squillare. Intanto però, per fare del bene anche in Chiesa può bastare un bancomat.

Ha colpito parecchi fedeli il totem comparso negli ultimi giorni all’ingresso del Duomo di Monza, la chiesa più importante della città. Nella Basilica di San Giovanni, accanto a capolavori come gli affreschi degli Zavattari, la Corona Ferrea o l’altare per il Beato di Monza monsignor Luigi Talamoni con gli ex voto e il quadernone su cui annotare pensieri e devozioni, è comparsa anche una piccola macchinetta con schermo touch screen e le istruzioni in italiano, inglese e tedesco (ma non lo spagnolo, chissà perché) che spiegano come lasciare il proprio obolo. Non hai monetine a portata di mano? Niente paura, con una semplice pressione del pollice è possibile decidere di volta in volta quanto donare, con tagli che partono da 1,50 euro. Il Duomo di Monza è infatti una delle prime chiese in Italia scelte per sperimentare l’iniziativa lanciata da Banco Bpm e Numia, leader dei pagamenti digitali in Italia, sotto il titolo “100 totem in 100 chiese”. La novità, già installata in alcune grandi chiese come la basilica di Sant’Ambrogio a Milano, quella di Assisi e persino l’Infopoint del Vaticano, al Duomo di Monza è arrivata in tempo per il Gran Premio di Formula Uno.

La carità con un Pos. Troppo moderno? Parafrasando il Vangelo, ha vinto Dio o Mammona? Nulla di sacrilego, i progetti che si potranno finanziare con questo sistema iper-tecnologico sono buoni e misericordiosi, non ci sono dubbi. E adeguarsi alla modernità non è un peccato. Ma sempre con prudenza, come insegna il caso di un sacerdote brianzolo con migliaia di followers su Instagram, originario di Brugherio, ma di stanza a Milano, appena finito nella bufera perché pubblicizzava sui social alcuni integratori alimentari. A scopo benefico.