MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

A Sotto il Monte c’è il Pos per la raccolta delle offerte: in chiesa pure pagamenti elettronici

Nella patria di Angelo Roncalli, conosciuto come il Papa Buono, nell’edificio di culto da domenica in via sperimentale oltre all’apposito cestino utilizzato durante la Messa al momento dell’offertorio è operativo anche lo strumento tecnologico

A sinistra il Pos di Sotto il Monte Sopra Matteo Maria Zuppi presidente della Cei

A sinistra il Pos di Sotto il Monte Sopra Matteo Maria Zuppi presidente della Cei

Sotto il Monte (Bergamo) – Al passo con i tempi. Anche la chiesa deve ormai prestare sempre più attenzione all’innovazione tecnologica che sta rivoluzionando la nostra vita. Ne è un esempio Sotto il Monte Giovanni XXIII, patria di Angelo Giuseppe Roncalli, conosciuto come il Papa Buono, dove nell’edificio di culto da domenica in via sperimentale, oltre all’apposito cestino utilizzato durante la Messa al momento dell’offertorio, è operativo un Pos per effettuare le donazioni sotto forma di pagamenti elettronici.

L’iniziativa, nata per sostenere l’attività della parrocchia, rientra nel progetto “100 totem in 100 chiese“, lanciata dal Banco Bpm, sostenitore del Giubileo, e Numia, leader della monetica in Italia. D’intesa con la Conferenza Episcopale Italiana è stata selezionata una trentina di diocesi, coinvolte in una fase pilota che fornirà elementi pratici affinché si possa in seguito estendere l’iniziativa ad altre parrocchie. Una nuova modalità per le offerte che affianca, e non sostituisce, quella tradizionale. Eppure in molti, anche a Sotto il Monte, sono rimasti sorpresi e contrariati.

Le proteste dei fedeli su Facebook sono numerose. “Siamo arrivati alla follia pura – scrive un utente lamentandosi dell’iniziativa – Alla Messa delle 16 passavano con il Pos a raccogliere le offerte. Ci rendiamo conto di dove siamo arrivati?”. “Poi ci chiediamo – il post di un altro utente – perché in chiesa non va più nessuno. Preferisco pregare in casa”.

Non tutti però sono contrari all’iniziativa. In Rete compaiono anche commenti positivi. “Insomma non siamo mai contenti. La chiesa non paga le tasse, un mantra stucchevole e abusato. Poi appena c’è un sistema che traccia le offerte ci si lamenta”. “Personalmente – il pensiero di un fedele – preferisco sempre il contante, ma l’uno non esclude l’altro. Bisogna essere un po’ elastici, i problemi sono altri”. Al momento, come detto, l’iniziativa è in fase sperimentale e per le prossime due settimane a Sotto il Monte si continuerà a usare il Pos, in un momento successivo, potrebbe diventare una risorsa fissa per le attività parrocchiali.