STEFANIA TOTARO
Cronaca

Treno fantasma di Carnate, Trenord difende i suoi dipendenti

Sei persone rinviate a giudizio in Tribunale di Monza a vario titolo con le accuse di disastro colposo, lesioni personali colpose, tentati depistaggio e frode in processo penale

Due scatti dell'incidente di Carnate

Due scatti dell'incidente di Carnate

Carnate, 25 marzo 2024 - "Trenord prende atto del rinvio a giudizio e l'azienda continuerà a sostenere i propri dipendenti coinvolti nelle indagini con adeguate tutele, ma con piena fiducia nell’attività della Magistratura, convinta che sarà fatta chiarezza sugli effettivi comportamenti delle persone coinvolte".

Sostegno garantito

In una nota la società commenta la decisione della giudice del Tribunale di Monza Angela Colella di mandare a processo sei dipendenti Trenord per il treno fatto deragliare alla stazione ferroviaria di Carnate. Nella nota Trenord evidenzia che il gip di Monza ha confermato l’archiviazione per l'alta dirigenza aziendale. "A fronte di una puntuale attivazione dei meccanismi di verifica e di intervento previsti, non risulta possibile muovere un rimprovero di carente organizzazione in capo ai dirigenti o, comunque, ai preposti indagati".

Quanto all’operato dei dirigenti indagati, intervenuti per una verifica dei sistemi frenanti del convoglio, "attività doverosa secondo le prescrizioni normative e regolamentari che disciplinano la sicurezza delle ferrovie, l'azienda ritiene che la fase dibattimentale saprà chiarire l’adeguatezza delle loro azioni".

Le accuse

Di disastro colposo e lesioni personali colpose sono accusati il capotreno, il macchinista e due addetti alla manutenzione, mentre due dirigenti sono imputati di tentato depistaggio e frode in processo penale.

Il 19 agosto 2020 il convoglio, proveniente da Milano Porta Garibaldi e diretto a Paderno Robbiate, giunto a fine corsa alla stazione, si era invece rimesso in moto da solo perché gli addetti erano andati al bar a bere il caffè.

Fortunatamente c'era un unico passeggero a bordo, Salak El Mansouri, che si era addormentato e se l'era cavata con contusioni per 40 giorni di prognosi. Successivamente lo straniero era morto per motivi non legati alla vicenda del deragliamento: circostanza che aveva portato a uno stop nel processo.