STEFANIA TOTARO
Cronaca

Treno fantasma deragliato a Carnate, è morto l'unico passeggero a bordo: caccia agli eredi, processo bloccato

Il convoglio si era rimesso in moto da solo perché gli addetti erano andati al bar: il ferito venne ricoverato con 40 giorni di prognosi e si costituì parte civile

Il treno fantasma deragliato in stazione a Carnate il 19 agosto 2020

Il treno fantasma deragliato in stazione a Carnate il 19 agosto 2020

Carnate (Monza Brianza), 18 Settembre 2023 – La morte, per cause non legate alla vicenda giudiziaria, dell'unico ferito nel deragliamento del treno a Carnate nel 2020, ferma la discussione dell'udienza preliminare per cercare gli eredi, alcuni residenti in Marocco, che hanno diritto a chiedere un risarcimento dei danni al posto del parente defunto. Lo ha deciso la giudice del Tribunale di Monza Angela Colella, che ha fatto slittare a dicembre il giudizio nei confronti dei 6 dipendenti Trenord per cui la Procura di Monza ha chiesto il rinvio a giudizio.

Nessuno finora ha presentato richieste di riti alternativi. Di disastro colposo e lesioni personali colpose sono accusati il capotreno, il macchinista e due addetti alla manutenzione, mentre due dirigenti sono imputati di tentati depistaggio e frode in processo penale.

Il 19 agosto 2020 il convoglio, proveniente da Milano Porta Garibaldi e diretto a Paderno Robbiate, giunto a fine corsa alla stazione, si è invece rimesso in moto da solo perché gli addetti erano andati al bar a bere il caffè. Fortunatamente c'era un unico passeggero a bordo, Salak E.M., 50enne, che si era addormentato e se l'era cavata con ferite per 40 giorni di prognosi.

Secondo la pubblica accusa, il treno Trenord 10767 "veniva lasciato incustodito senza inserimento di freno di stazionamento e di freno a molla e riprendeva autonomamente la corsa, terminata alla stazione di Carnate sviando sul tronchino, sfondandolo e deragliando sul terrapieno".

Secondo gli inquirenti il disastro è stato causato anche dalla "condotta del personale della squadra manutentiva che aveva da poco sottoposto a revisione l'impianto frenante, senza riscontrare malfunzionamenti". Inoltre, sarebbe emerso come alcune figure dirigenziali di Trenord srl, “intuita la causa del guasto, al fine di ostacolare le indagini sul disastro ferroviario, abbiano fatto rimuovere dal relitto” i pezzi sospetti. Accuse negate dagli imputati.