
Jordan Tinti, in arte Jordan Jeffrey Baby, aveva 26 anni Era finito in carcere per una rapina commessa con un amico
Bernareggio (Monza e Brianza), 13 maggio 2025 – Un anno dopo la telefonata con la quale veniva avvisato che il figlio si era tolto la vita, Roberto Tinti, il padre di Jordan Jeffrey Baby, il trapper di 26 anni di Bernareggio che nella notte tra l’11 e il 12 marzo è stato trovato impiccato in una cella di Torre del Gallo di Pavia, è tornato davanti al carcere. Lo ha fatto per un presidio autorizzato dalla direttrice della casa circondariale di Pavia, Stefania Mussio, al quale hanno partecipato anche gli amici più cari del giovane e l’avvocato Federico Edoardo Pisani che segue la famiglia.
Durante la manifestazione in ricordo del 26enne che stava scontando una condanna a 4 anni e 4 mesi per rapina, è stato srotolato uno striscione con il volto di Jordan e portati dei fiori che sono stati poi consegnati al cappellano del carcere, don Dario Crotti. “Per me è un momento difficile, come ogni giorno da un anno a questa parte - ha ammesso Roberto, il padre di Jordan -. Però almeno mi conforta rivedere i suoi amici. Mio figlio per me era un ragazzo d’oro, ma sono chiaramente poco obiettivo, essendo di parte. Di certo è una persona che ha pagato un prezzo troppo alto per quanto ha fatto”.
La tragedia
Una storia tragica quella del trapper che aveva problemi psichici legati all’abuso di stupefacenti e psicofarmaci. In carcere ha subito maltrattamenti e anche una violenza sessuale. Subito il padre del giovane non ha creduto che il figlio potesse aver deciso di farla finita. Per fare chiarezza sulla fine del trapper è aperto un fascicolo per omicidio colposo. “Per il procedimento per la morte di Jordan - ha detto l’avvocato Federico Edoardo Pisani - siamo ancora nella fase delle indagini preliminari. Abbiamo molta fiducia nell’operato del sostituto procuratore che si sta occupando del caso, il dottor Alberto Palermo e ci aspettiamo dei risvolti. Dopo un anno, l’attesa si fa sentire”.
La condanna
Nello scorso autunno, invece, Gianmarco Fagà, l’altro trapper che era in cella con Jordan, è stato condannato a tre anni e un mese di reclusione perché ritenuto responsabile di maltrattamenti nei confronti del 26enne. “Per quanto riguarda, infine, la violenza sessuale in carcere ai danni di Jordan – ha concluso l’avvocato Pisani – è stata disposta l’imputazione coatta e fissata l’udienza preliminare nella quale è stato chiesto il rito abbreviato. Il prossimo 19 giugno il compagno di cella, un cinquantenne di Alessandria, andrà a processo”.