Morta dopo mix alcol e psicofarmaci, il papà dell'amica: “Sono sconvolto”

Eseguita l’autopsia sul corpo della 18enne. La Procura ha aperto un fascicolo: al vaglio la posizione del padre della 17enne finita in ospedale

Alcolici (Archivio)

Alcolici (Archivio)

Sono sconvolto, non avrei mai immaginato, altrimenti sarei intervenuto”. Non si dà pace il padre della 17enne che al risveglio, la mattina di una settimana fa, ha trovato sua figlia in preda agli effetti di un cocktail di superalcolici e psicofarmaci e con lei l'amica appena diciottenne priva di sensi. Per quest'ultima a nulla è servita la corsa in ospedale. La ragazza è morta per un arresto cardiaco, mentre l'altra giovane è stata ricoverata nel reparto di neuropsichiatria infantile del San Gerardo di Monza.

L’autopsia

Sul mix mortale ora indagano gli uomini della Polizia di Stato di Monza, diretti dal Questore Marco Odorisio e la Procura monzese, coordinata dal procuratore Claudio Gittardi. La pm Stefania Di Tullio, magistrata di turno al momento della tragedia, ha disposto l'autopsia sul corpo della diciottenne, studentessa e incensurata, che è già stata eseguita. Confermato il decesso per arresto cardicircolatorio, ora si attendono gli esiti degli esami tossicologici per verificare se la giovane è davvero morta per avere ingerito tranquillanti insieme a whisky e gin. Le due bottiglie sono state trovate nascoste nella camera da letto della diciassettenne dai poliziotti che hanno eseguito il sopralluogo nell'abitazione di Monza. Mentre la confezione degli psicofarmaci, che pare entrambe le ragazze assumessero, era stata lasciata aperta in bella vista.

Aperto un fascicolo

La Procura ha aperto un fascicolo penale, al momento senza alcuna ipotesi di reato, sulla vicenda. Un atto dovuto, per disporre l'autopsia e gli altri accertamenti. Ma la posizione del padre della diciassettenne è al vaglio degli inquirenti. L'uomo ha accettato che la figlia invitasse l'amica del cuore a trascorrere la notte a casa sua. Per tutto il tempo è stato nell'appartamento, a pochi passi dalla stanza della figlia che però, come succede a tutti gli adolescenti, si era chiusa in camera. Il padre aveva lasciato alla figlia la sua privacy, pensando che le due ragazze volessero isolarsi per chiacchierare in libertà e sentirsi a proprio agio. Mai, ha riferito l'uomo durante l'interrogatorio in Questura, avrebbe immaginato che la figlia e l'amica maggiorenne (che aveva acquistato superalcolici) intendessero trasformare un pigiama party in una serata di sballo.

Il nodo degli psicofarmaci

Qualche volta il genitore ha bussato alla porta e si è affacciato in camera della figlia ma le ragazze l'hanno rassicurato che andava tutto bene. Poi le ha lasciate sole per andare a dormire. Il particolare da chiarire è perché le giovani avessero nella loro disponibilità la scatola di psicofarmaci, che era stata regolarmente acquistata con una ricetta medica. Un medicinale che non può essere assunto se non nelle quantità prescritte e assolutamente non deve essere associato agli alcolici perché gli effetti collaterali possono essere fatali. Gli investigatori vogliono capire se l’uomo fosse a conoscenza di questi particolari o se li avesse sottovalutati, fidandosi delle due ragazze, non più bambine. Insomma resta da chiarire se nella sorveglianza del genitore possa esserci qualche falla da ritenere un'ipotesi colposa di reato.